Il caso
09.05.2025 - 09:30
Maledetto fu quel 2006, l’anno orribile della Latina Ambiente che sarebbe fallita dopo 10 anni. A raccontarlo ieri mattina con dichiarazioni spontanee è stato l’amministratore delegato della società partecipata dal Comune, Valerio Bertuccelli, che ha descritto nei dettagli quale fu il vero guaio in cui è incappata la società, ossia il passaggio della riscossione delle bollette dal Comune alla Latina Ambiente e che quella fu una sorta di «tranello» del primo sulla seconda, poiché l’ente sapeva benissimo che il 35% degli utenti non pagava le fatture e non fece nulla per aiutare a superare quel gap, anzi nel 2014 incassò persino un utile di circa un milione di euro (restituito poco dopo).
Inoltre, sempre il Comune accumulò debiti verso la sua partecipata, in un ammontare mai versato fino al riconoscimento verso la curatela che, di fatto, ha riportato in bonis la stessa. Bertucelli, come tanti altri imputati in questo processo, ha mostrato il dente avvelenato verso il Comune di Latina, patrigno della spa e accusato non velatamente di essere stato l’artefice di un disastro cominciato, appunto, nel 2006 ma da cui poi non ha voluto tornare indietro.
Nel corso della lunga udienza di ieri davanti al gup Morselli, uno dei difensori, l’avvocato Dino Lucchetti che assiste l’ex dirigente Vincenzo Borrelli, chiamato in causa per aver rivestito il ruolo di componente del cda, ha sollevato eccezione sulla costituzione di parte civile del Comune che non fu perfezionata in quanto la posizione del solo Borrelli è stata valutata in seconda battuta rispetto agli altri per omessa notifica del provvedimento di chiusa inchiesta, in seguito rinnovata ma senza che fosse stata «ribadita» la richiesta di costituzione del Comune e della curatela fallimentare di Latina Ambiente.
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