Il caso
17.05.2025 - 13:00
Era accusato di aver maltrattato le mucche del suo allevamento vicino Latina, cinque animali erano morti. E’ questa la sentenza emessa dal giudice del Tribunale d Latina Enrica Villani nei confronti di un uomo di 51 anni, iscritto sul registro degli indagati nel corso di una indagine condotta dai Carabinieri del Nas di Latina che al termine di una ispezione in un allevamento avevano trovato 76 bovini in condizioni «incompatibili con la loro natura», era riportato nelle carte dell’inchiesta.
Dai riscontri raccolti da parte dei militari è emerso che cinque mucche erano legate al collo con una corda e non potevano neanche bere, altri animali invece vivevano sommersi dal letame, come riportato nelle carte dell’inchiesta e come aveva riferito un testimone nel corso del processo. Era stato il pubblico ministero Antonio Sgarrella, titolare dell’inchiesta a disporre la citazione diretta a giudizio nei confronti del proprietario dell’allevamento che era stato indagato a piede libero a seguito del controllo scattato nell’azienda.
Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, le condotte dell’uomo hanno provocato in un preciso arco temporale la morte di undici bovini. Quando è scattata l’ispezione, anche i veterinari della Asl chiamati in un secondo momento per valutare le condizioni di salute delle mucche, erano rimasti colpiti dal quadro clinico degli animali e avevano confermato i sospetti degli investigatori: i bovini erano tenuti in condizioni estreme. Oltre all’accusa di maltrattamenti nei confronti dell’imputato - difeso dall’avvocato Roberto D’Arcangelo - era stato ipotizzato anche un reato di natura ambientale per il deposito di alcuni rifiuti tra cui ossa animali. I fatti contestati erano avvenuti nell’ottobre del 2018 e a distanza di sei anni e mezzo il processo è finito con un non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
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