Condanna a dieci mesi e venti giorni nei confronti dell’imprenditore della SicambUmberto Klinger. E’ questa la sentenza emessa ieri dal giudice onorario del Tribunale Stefano Nicolucci nei confronti dell’uomo, imputato per il reato di truffa. La pena è sospesa e il giudice ha disposto la non menzione oltre al risarcimento per le parti civili da liquidarsi in separato giudizio.
Ieri si è svolto l’ultimo atto dopo che la pubblica accusa aveva chiesto nella precedente udienza la condanna a un anno e a 300 euro, la difesa ha chiesto l’assoluzione. I lavoratori si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dagli avvocati Valeria Odolinto e Feuola. Poche settimane fa si era svolta l’udienza in Corte d’Appello a Roma per un altro processo. I giudici di secondo grado avevano confermato la condanna a un anno per l’imprenditore accusato di truffa aggravata nei confronti dei lavoratori. «Nella qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’impresa con sede a Latina, con più azioni esecutive e con artifici e raggiri per procurare ingiusto profitto con altrui danni ha fatto risultare regolari le buste paga che venivano consegnate ai dipendenti nella parte che recava l’indicazione - attestazione di avvenuta devoluzione dei relativi importi - è riportato nelle carte dell’inchiesta - e contributi destinati al Fondo pensione di categoria denominato Cometa al quale i lavoratori aderenti erano iscritti ma che in realtà non venivano versati».
Secondo l’accusa il presunto responsabile delle condotte contestate ha indotto in errore i dipendenti, cagionando - come sottolineato dal magistrato inquirente - un danno complessivo agli aventi diritto per 436mila euro. La Procura ha contestato l’aggravante di aver commesso il fatto senza soluzione di continuità e con modalità reiterate - ha osservato il magistrato inquirente - con abuso di relazioni d’ufficio e cagionando alle persone offese un danno patrimoniale di rilevante entità». Sono in tutto 20 le persone offese e gli importi variano: si parte di 28mila euro e si arriva a un minimo di 5mila euro. Era stato il pubblico ministero Antonio Sgarrella, titolare del fascicolo, a disporre la citazione diretta a giudizio nei confronti di Klinger per questa inchiesta bis. Le condotte ipotizzate risalgono al 2018 e secondo la prospettazione degli inquirenti, la quota del Tfr dal 2008 e fino al 2018 non è stata versata ma è stata trattenuta indebitamente: il danno calcolato è di oltre 900mila euro. «Io nel 2008 mi ero accorto richiedendo un anticipo del Tfr come succede in azienda e ho visto che non c’erano dei versamenti e ho cominciato a fare delle domande».
Per l’imprenditore è la terza sentenza di condanna, dopo una sentenza emessa a ottobre dal giudice onorario Puccinelli e l’altra che risale a poco più di un mese fa dei giudici della Corte d’Appello che avevano confermato la condanna di primo grado sempre per la stessa contestazione: truffa aggravata