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Villa confiscata assegnata alla coop "il Quadrifoglio"

Il Comune approva il progetto della cooperativa “Il Quadrifoglio” a cui è stata affidata la villa sequestrata alla famiglia di Gennaro Amato nel 2016

Villa confiscata assegnata alla coop "il Quadrifoglio"

Dopo anni di abbandono e silenzi istituzionali, si chiude finalmente il cerchio su uno dei beni confiscati alla criminalità, la villa di Sant’Ilario una volta di proprietà di Gennaro Amato. Con la determina numero 625 del 23 giugno 2025, pubblicata nei giorni scorsi sull’albo pretorio, l’amministrazione comunale ha ufficializzato l’assegnazione in concessione gratuita situato in via Val di Cee, alla cooperativa sociale “Il Quadrifoglio” di Latina.

Un atto amministrativo, che fa seguito all’avviso pubblico approvato con la determina dello scorso gennaio e alla successiva valutazione delle proposte progettuali da parte della commissione nominata con apposita determina del 5 febbraio. Come si legge nel verbale di gara del 19 giugno, allegato al documento, la proposta della cooperativa “Il Quadrifoglio” è risultata la migliore con un punteggio di 31 punti, ottenendo così la concessione del bene per 19 anni, la durata massima prevista.


L’immobile, un’abitazione unifamiliare con portico, locali accessori e un terreno di circa 500 mq, era stato confiscato nel 2016 e trasferito al Comune nel 2018, ma da allora è rimasto nel limbo: inutilizzato, senza progetti né manutenzione, come avevamo raccontato in passato su queste colonne. La determina sancisce ufficialmente l’inizio di un percorso di rinascita per un bene che era diventato simbolo di immobilismo.

La cooperativa sociale si impegnerà ora a realizzare il progetto presentato in sede di manifestazione d’interesse, con finalità sociali, culturali ed economiche a beneficio della comunità. La concessione, come stabilito dal Comune, non comporta alcun onere finanziario per l’Ente ma implica l’assunzione completa della manutenzione da parte del concessionario. La determina numero 625 rappresenta un primo passo concreto per il riutilizzo dei beni sottratti alla criminalità.

Ma la strada è ancora lunga: nel solo territorio di Cisterna si contano oltre cento beni confiscati, tra fabbricati, terreni, aziende e locali, e gran parte di questi non sono ancora nella disponibilità dell’ente comunale, poiché in attesa di destinazione definitiva da parte dell’Agenzia nazionale o bloccati da questioni burocratiche e giuridiche. Per trasformare davvero questi luoghi da simboli di illegalità a spazi di utilità pubblica, sarà necessario proseguire con determinazione, affinché anche gli altri immobili non restino semplici voci su un elenco, ma diventino strumenti attivi di riscatto sociale.

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