Il caso
02.07.2025 - 10:00
Le ragioni per le quali il Prefetto di Latina, Vittoria Ciaramella, ha firmato l’interdittiva antimafia a carico della società di costruzioni Gld, sono due. La più importante è il rischio che, stante il condizionamento attuale della società, questa potesse accedere a gare d’appalto pubbliche. La seconda riguarda specificamente Luigi Diana, responsabile tecnico della srl fino ad agosto 2023 ma, per affermazione del padre, sostanzialmente ancora gestore.
Si afferma negli atti dell’interdittiva che «sul conto di Luigi Diana si evidenziano diversi controlli in compagnia di soggetti vicini al clan dei casalesi, fazione Michele Zagaria, alias ‘capa storta’». Non viene specificato se e in quale misura questa vicinanza possa avere avuto un peso o un ruolo nell’indagine sul tentato omicidio di Gustavo Bardellino, avvenuto il 15 febbraio del 2022 e per il quale Diana è indagato in qualità di mandante (con richiesta di archiviazione pendente).
La procedura di interdizione è iniziata a seguito di diverse istanze alla banca dati nazionale antimafia, finalizzate al rilascio dell’informazione antimafia nei confronti della Gld Costruzioni. Come è noto, le istanze sono propedeutiche all’affidamento di lavori pubblici.
Tappe
Per comprendere quanto abbia contato questo aspetto sulla procedura di interdittiva è importante ripercorrere sia le tappe delle verifiche effettuate dalla Prefettura sia le date che hanno inciso sulle decisioni del Comitato della festa patronale di San Giovanni Battista circa il rifiuto del contributo offerto dalla Gld a sostegno della festa e che, secondo quanto chiarito dallo stesso parroco di sal Giovanni, era pari al 2% del totale.
Il comitato ha scelto, per l’edizione del 2025, di non accettare la donazione in denaro di Gld negli stessi giorni in cui era ormai chiaro che ci sarebbe stata l’interdittiva antimafia, tra il 14 e il 16 aprile 2025. La procedura era iniziata molto prima: il 27 febbraio 2025 il gruppo interforze provinciale decide di emettere la comunicazione dell’avvio dell’iter per l’interdittiva; il 28 febbraio tale decisione viene comunicata alla Gld che di lì a poco trasmette le sue osservazioni in controdeduzione e avanza una richiesta di audizione, che ci sarà il primo aprile 2025, quando viene ascoltato Giacomo Diana, attuale amministratore della Gld.
L’uomo eccepisce che non vi sono o comunque non vi sono più elementi di contatto con i casalesi. Era contestata, tra l’altro, l’appartenza al consorzio Cosap (durata fino al 2019 ma le gare si erano fermate nel 2017). Il Cosap aveva a sua volta avuto interdittiva antimafia nel 2018, anche se questo elemento era corredato da altri contatti. Il 10 aprile 2015, sempre Giacomo Diana ha fatto pervenire alla Prefettura ulteriori osservazioni e tra queste oltre alle dichiarazioni relative a dipendenti della società considerati vicini ai casalesi, c’era l’affermazione sugli appalti esclusivamente privati della Gld a partire dal 2023, elemento confutato dalle verifiche dei carabinieri del nucleo investigativo di Latina. Risulta infatti che la società abbia partecipato a gare pubbliche nelle province di Caserta e Frosinone e si è aggiudicata almeno un subappalto nel Comune di Forlì.
Passaggi
Affermazioni che non sono bastate ad evitare l’interdittiva poiché dai dati acquisiti «traspare una vicinanza qualificata con esponenti della criminalità organizzata di stampo mafioso, assieme alla non occasionalità dei contatti avuti negli anni, che si sono tradotti in rapporti economici, tuttora in essere». Tutto ciò emerge con chiarezza il 16 aprile 2025, ossia nei giorni clou in cui si sta decidendo cosa fare con i contributi della festa patronale, infatti un comunicato stampa del parroco di San Giovanni del 17 aprile sottolinea come nessun contributo era stato ancora accettato a quella data. Nei giorni a seguire l’emanazione dell’interdittiva era ormai nota, anche se bisognerà attendere il consiglio comunale del 15 maggio 2025 perché uno dei componenti del comitato dei festeggiamenti della festa di Sant’Erasmo (anch’essa sponsorizzata negli anni passati dalla Gld) dica in aula: «Non prenderemo i soldi di quella società». La sequenza temporale dell’istruttoria sul condizionamento della Gld da soggetti vicini al clan dei casalesi dunque prova che anche le polemiche seguite non avevano fondamento, poiché sin da aprile era noto il problema di legalità di quella impresa, lo era anche per il titolare che, infatti, come da procedura, era stato audito nel merito.
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