Allarme truffe
09.08.2025 - 13:55
A Cisterna, nelle ultime settimane, decine di cittadini si sono ritrovati nella propria casella di posta elettronica un messaggio dall’aspetto serio, urgente, persino istituzionale. Il mittente? Apparentemente la Guardia di Finanza o Carabinieri. L’oggetto suona perentorio: “Avviso di pagamento” o formule simili. Il testo invita a cliccare su un link, scaricare un documento o addirittura rispondere a un indirizzo PEC per fornire dati personali. In realtà, dietro quelle righe e quei loghi c’è solo l’ennesima, insidiosa truffa.
Abbiamo visionato, grazie alla segnalazione di alcuni residenti, una di queste false comunicazioni. Porta la firma di fantomatici Carabinieri, è scritta in un italiano corretto e ben impaginata. C’è persino un pdf allegato, il logo dell’Arma in bella mostra e un mittente che comincia con “cc”, seguito da un titolo altisonante come “Comando per la tutela dell’informativa”. In maiuscolo, campeggia la scritta “Informazione Ufficiale”. Una messa in scena credibile, se non fosse che – è bene ricordarlo – le forze dell’ordine non inviano notifiche o convocazioni via email, tantomeno via PEC sconosciute: le comunicazioni avvengono di persona o con invito formale in caserma.
Quella delle false PEC è solo l’ultima frontiera di un fenomeno in costante evoluzione. Non bastano più le telefonate del finto avvocato o del nipote nei guai: oggi i truffatori sfruttano strumenti digitali e l’immagine delle istituzioni per colpire. Proprio per questo, Carabinieri del reparto territoriale di Aprilia da tempo portano avanti incontri pubblici nei centri anziani e polivalenti, per spiegare come riconoscere i segnali di allarme e cosa fare di fronte a messaggi sospetti. Il consiglio è semplice: non aprire mai allegati o link provenienti da mittenti sconosciuti, anche se l’email sembra “ufficiale”, e in caso di dubbio rivolgersi direttamente alle forze dell’ordine. In rete, come nella vita reale, un passo falso può costare caro.
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