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Il caso

Acqualatina e aumento di capitale, il rompicapo per i sindaci

I primi cittadini a confronto per capire quale direzione prendere in merito alle richieste del Cda del gestore

Acqualatina e aumento di capitale, il rompicapo per i sindaci
«L’obiettivo è salvare Acqualatina». Sono parole del sindaco di Latina Matilde Celentano, che nei giorni scorsi ha annunciato la convocazione di un Consiglio comunale ad hoc per condividere assieme a maggioranza e opposizione la delibera che serve in vista dell’assemblea dei soci del prossimo 17 settembre. In quella occasione occorrerà decidere se cambiare o meno lo statuto e permettere così l’aumento del capitale sociale. Indispensabile, secondo quanto sostiene il consiglio di amministrazione, per garantire alla società di continuare a operare,
 
Ma sempre nella sua nota dei giorni scorsi Celentano ha sottolineato un altro passaggio, ossia che la decisione non è solo di Latina ma dell’assemblea dei soci, dove ci sono altri comuni, alcuni anche delle province di Roma e Frosinone. Dunque, non sarà semplice trovare una quadra, soprattutto se alla fine si arriverà, come accaduto in altre occasioni, a una conta tra posizioni diverse.
 
Tra i vari sindaci infatti la sensazione è che impegnarsi per aumentare il capitale sia un passo difficile sia da fare sia da spiegare poi alle rispettive città. Domani il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli ha convocato una conferenza dei sindaci proprio per avere il polso della situazione e comprendere, una decina di giorni prima, qual è lo stato dell’arte. E soprattutto chi è disposto ad accordare questo aumento di capitale pari a 30 milioni di euro (chiaramente da ripartire tra il socio privato Italgas che ha il 49% e i comuni soci dell’Ato 4 che hanno il 51%).
La spesa di fatto, per molti comuni, non è impossibile ma alcuni sindaci da noi interpellati  (in particolare quelli di area Pd e Forza Italia) hanno risposto tutti allo stesso modo: «Vorremmo capire perché e soprattutto se c’è qualche alternativa». Quest’ultima dice qualcuno, potrebbe essere nascosta nei meandri del bilancio dell’azienda. Diversi sindaci stanno approfondendo la voce del fondo di riserva della spa, che conta, a loro dire,  una sessantina di milioni.

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