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Il dato

Cgil: malattie professionali, i numeri crescono. È allarme

La Cgil denuncia: «In quattro anni le denunce passano da 633 a 1.062: +67,8%. Serve un piano straordinario»

Cgil: malattie professionali, i numeri crescono. È allarme
Un aumento drammatico, che racconta un mondo del lavoro ancora troppo insicuro. Nella provincia di Latina, le malattie professionali denunciate all’Inail sono passate da 633 nel 2020 a 1.062 nel 2024, con una crescita del 67,8%.A renderlo noto è la Cgil di Frosinone e Latina, che in occasione della Settimana Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro lancia un nuovo allarme: «È il segnale di un sistema produttivo che continua a scaricare sui corpi delle persone la mancanza di prevenzione e di investimenti nell’innovazione dei processi produttivi».

Secondo i dati diffusi dal sindacato, la situazione più grave riguarda le patologie del sistema osteomuscolare, che da sole rappresentano la gran parte dei casi: da 523 nel 2020 a 942 nel 2024.Seguono le malattie del sistema nervoso (38 casi) e quelle dell’orecchio (31).Particolarmente colpita la fascia di età tra i 55 e i 69 anni, che da sola rappresenta oltre il 70% delle denunce: «Un dato che conferma quanto l’invecchiamento della forza lavoro, unito all’assenza di prevenzione e formazione, aggravi i rischi di salute», sottolinea la Cgil.
 
Il sindacato torna a chiedere azioni concrete alle istituzioni e alle imprese, denunciando i ritardi della Regione Lazio nell’applicazione del Piano regionale per la salute e la sicurezza sul lavoro. «Quel piano – si legge nella nota – consentirebbe di affrontare numerose criticità, ma servono risorse, personale e strumenti per rafforzare gli enti preposti a formazione, prevenzione e controllo». In prima linea anche il Patronato Inca Cgil e la rete dei delegati sindacali, impegnati a promuovere la denuncia delle malattie professionali e la contrattazione di misure organizzative a tutela dei lavoratori.
 
Tra le priorità individuate, la Cgil indica la definizione del protocollo sulla sicurezza attualmente in discussione presso la Prefettura di Latina, che dovrebbe coordinare interventi e azioni mirate per contrastare le cause delle patologie da lavoro. «Serve una cultura della sicurezza diffusa e condivisa – afferma la Cgil –. Non possiamo più accettare che la produzione venga prima della vita e della salute dei lavoratori».
Il sindacato annuncia che continuerà la mobilitazione su tutto il territorio pontino per “fermare la strage sui luoghi di lavoro” e chiedere che la persona torni al centro del modello di sviluppo.Un appello forte, che arriva in un territorio dove la sicurezza, ancora oggi, troppo spesso resta una promessa scritta solo sulla carta.

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