Ora la palla passa ai partiti di maggioranza. Dopo settimane di tensioni sotterranee e polemiche interne, la sindaca di Latina Matilde Celentano ha scelto di fissare pubblicamente una linea netta all’interno della sua coalizione: «La lealtà non è facoltativa». Un messaggio diretto agli alleati del centrodestra, invitati a ritrovare coerenza e compattezza attorno al programma di governo. «Non saranno più tollerati comportamenti contrari allo spirito della maggioranza che ha vinto le elezioni e ricevuto un mandato chiaro dai cittadini – ha dichiarato la prima cittadina –. Chi fa parte di questa coalizione ha il dovere politico e istituzionale di sostenere il programma con lealtà e responsabilità. Chi sceglie di stare formalmente dentro ma agisce contro nei fatti, si pone fuori da solo». In sostanza, la sindaca, ha voluto chiudere la fase delle ambiguità e ribadire che, nella delicata fase di attuazione delle opere pubbliche e degli interventi per il decoro urbano, la responsabilità politica di far avanzare l’amministrazione non può ricadere solo sul sindaco, ma sull’intera maggioranza. Ora la parola passa ai partiti, chiamati a dimostrare sul campo la loro lealtà e la coerenza con il mandato ricevuto dagli elettori.
Polemiche sotto la cenere
Certo la sensazione forte è che la conflittualità interna alimentata dallo scontro sempre più evidente tra Forza Italia e Noi Moderati, resterà solo sotto la cenere anche dopo questo ultimatum. Si attende un segnale di distensione da questi partiti, ma è difficile infatti pensare, dopo le dichiarazioni recenti sia degli azzurri («se alla maggioranza non viene data la possibilità di dire la propria, di esprimere idee o critiche, e bisogna votare a scatola chiusa, noi non ci stiamo», che di Noi moderati («se ritiene di continuare a farsi logorare da giochetti praticati negli ultimi venti anni nelle amministrazioni di centro destra a Latina, il problema riguarda il Sindaco e starà a lei decidere come proseguire») che ci sarà un passo indietro rispetto alle posizioni espresse in questi mesi. Gli altri partiti, Fratelli d’Italia, Lista Celentano e Lega, loro malgrado, restano impantanati in questa lotta intestina cercando una quadra che non si trova, e il rischio concreto è che se questo braccio di ferro continuerà senza conseguenze, potrebbe legittimare nuove fughe in avanti. In politica l’assenza di sanzioni è il preludio al caos: finora nessuno dei due contendenti ha pagato un prezzo per lo scontro e per il mancato rispetto del principio della solidarietà nella coalizione. Qualcuno, insomma, andava richiamato all’ordine, e non farlo, o farlo solo blandamente come è accaduto più volte in questi mesi, rischia di trasformarsi in un errore strategico da non ripetere.
Un anno di tensioni
Ma come si è arrivati alla situazione di oggi? I problemi iniziano a fine gennaio: Lega e Forza Italia, i due partiti che avevano contestato la linea dell’assessore all’ambiente Franco Addonizio sui rifiuti, abbandonano la seduta di giunta che deve votare per lo studio sul futuro della società. Il 3 febbraio lo strappo, senza preavviso agli altri alleati, si consuma anche in consiglio comunale: nella seduta per discutere la nomina dei revisori di Abc mancano proprio Lega e Forza Italia e viene sciolta per mancanza del numero legale. La regia dei vertici provinciali e regionali ci mette una pezza, ma è solo questione di tempo. Si arriva all’estate e il 31 luglio l’assessore all’Ambiente Franco Addonizio non si presenta nel consiglio che discute la delibera sulla modifica dell’articolo 8 tra Comune e Abc. Anche il suo gruppo non partecipa al voto, abbandonando l’aula, e si palesa uno scontro in atto da tempo tra Addonizio e l’assessore Ada Nasti sui numeri relativi ai bilanci dell’azienda speciale. Anche in questa occasione il sindaco Celentano decide di convocare i segretari regionali dei vari partiti per una verifica della maggioranza, ma non azzera le deleghe. E’ solo questione di tempo perché la nuova frattura si consuma il 30 settembre, stavolta sul bilancio consolidato: Forza Italia non si presenta in blocco mentre Noi Moderati lo fa a ranghi ridotti. Altro punto di rottura eclatante quello del 28 ottobre nel consiglio comunale nel quale passa il nuovo progetto di ABC da 20 milioni, ma senza Forza Italia. Spiegherà il partito di Fazzone: «Non votare è una scelta non estemporanea o frutto di un capriccio ma fermamente rivolta a domani e mirata ad evitare bollette sempre più alte e una città più sporca di oggi». Il resto è storia di una settimana fa: il sindaco convoca tutti martedì 4 novembre, ma Noi Moderati non si presenta ritenendolo un confronto «non costruttivo».
Precedenti che hanno regalato settimane di visibilità e polemiche senza mai imporre una linea comune. Il risultato è che ogni partito della coalizione oggi sembra che si senta legittimato a muoversi per conto proprio, disegnando una maggioranza a intermittenza che sta sfilacciando pezzo dopo pezzo l’amministrazione Celentano.