La storia
24.11.2025 - 12:00
Il Tribunale di Cassino
Dopo undici anni dal licenziamento dall’azienda di distribuzione di carburante dove lavorava, il 62enne di Minturno Gerardo Sorrentino, ha ottenuto dal giudice del lavoro del Tribunale di Cassino, Raffaele Iannucci, la somma di poco più di 40mila euro, reclamata dall’operaio, attraverso l’avvocato Gianfranco Testa, a titolo di trattamento di fine rapporto. La vicenda ebbe inizio nel 2014 quando l’operaio fu accusato di aver prelevato del gasolio da una delle autocisterne, motivo per cui fu licenziato per giusta causa. A tal proposito fu sottoposto a giudizio abbreviato e nell’aprile del 2015 condannato a un anno e mezzo dal Gup di Cassino. Non avendo ricevuto gli emolumenti dovuti, l’operaio, attraverso un decreto ingiuntivo, ottenne nell’ottobre del 2017 il pagamento di oltre 39mila euro. La società si è opposta sia per una presunta notifica tardiva, sia per un calcolo errato del TFR e soprattutto chiedendo il pagamento di oltre 115mila euro a titolo di risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali subiti in conseguenza dell’inadempimento contrattuale del lavoratore, per sottrazione di carburante. Fallito ogni tentativo di conciliazione il giudice ha considerato come unica prova di sottrazione di carburante nella giornata del 29 settembre del 2014 di 25 litri per uso agricolo per un danno patrimoniale che ammonta a poco più di 23 euro. Quindi per il giudice l’esiguità del danno patrimoniale, l’assenza di prova di ulteriori sottrazioni o ammanchi di carburante imputabili all’operaio, la conseguente inconfigurabilità di un danno non patrimoniale per discredito e perdita di avviamento presso la clientela, costituiscono le motivazioni di rigetto della domanda risarcitoria dell’azienda, che ha trovato accoglimento solo per la somma di 23,75 euro. Quindi il giudice ha provveduto alla compensazione e ha condannato l’azienda al pagamento di 40.354,50 euro, più gli interessi legali e la rivalutazione.
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