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Il dibattito

"Fondazione 2032, la città deve diventare  laboratorio di modernità"

Porzi e Pagano dopo l’appello di Calandrini: «Il centenario chiede coraggio e scelte chiare»

"Fondazione 2032, la città deve diventare  laboratorio di modernità"

Una visione lunga e una coesione autentica attorno alla Fondazione Latina 2032,  per concentrarsi su un progetto condiviso che metta Latina al centro dell’agenda politica. Lo sostengono Alessandro Porzi e Francesca Pagano, consiglieri della lista Celentano, che accolgono con favore le parole recenti del senatore Nicola Calandrini sul bisogno di una coesione reale attorno alla Fondazione Latina 2032, della necessità di passare dalle intenzioni all’azione, accelerando sui progetti urbani e culturali che danno identità alla Fondazione e mobilitando competenze locali e partner nazionali.  I due ricordano che Latina nacque come un esperimento innovativo in cui architettura, urbanistica, ingegneria della bonifica, medicina e cultura concorrevano a un’unica idea di modernità. La città fu un modello d’avanguardia sia sul piano della progettazione sia su quello dell’accoglienza, elementi che ne hanno definito l’identità fin dalla nascita. «Non guardiamo indietro per un agiografico ritorno al passato ma per ricordare le nostre radici: l’architettura, l’urbanistica, l’ingegneria della bonifica, la medicina della battaglia contro la malaria, la cultura nuova, tratti somatici di un unico profilo: quello della modernità. Avanguardia anche in accoglienza, tutti elementi di cui ogni centimetro di questa terra é intriso e che hanno reso Latina un unicum nel panorama nazionale e internazionale sin dalla sua nascita. Oggi quelle radici devono diventare la base per immaginare una città europea, giovane, universitaria, capace di attrarre investimenti, cultura, ricerca e innovazione».

L’appello alla coesione
 
I due consiglieri rivolgono un appello a tutte le forze politiche: «Ora è il momento della responsabilità, della maturità e della coesione che ha permesso l’approvazione della legge istitutiva della Fondazione. La Fondazione Latina 2032 non può diventare terreno di scontro: deve essere uno strumento vivo, operativo, capace di accelerare processi e offrire una direzione chiara per il futuro della città. Al di lá, non solo degli steccati ideologici ma, anche, delle singole ambizioni  e la continua ricerca di visibilitá personale».

Latina come avamposto di modernità

Porzi e Pagano evidenziano come la partecipazione e l’interesse già mostrato da importanti realtà nazionali – Poste Italiane, Enel, Leonardo, Terna, Sogin e altri soggetti strategici – dimostrino che Latina sta tornando ad avere un ruolo oltre i confini provinciali. Accanto ai grandi player industriali,  sottolineano la necessità di coinvolgere in modo strutturato «università, centri di ricerca, fondazioni culturali, istituzioni scientifiche e soggetti privati qualificati», così da creare un ecosistema capace di sviluppare innovazione, cultura, formazione, mobilità sostenibile e attrazione di investimenti.
In questo quadro si inserisce la proposta di un polo tecnologico avanzato, con Data Center e un Centro di ricerca sull’Intelligenza Artificiale, realizzato insieme a partner pubblici e privati, università, Camera di Commercio e ITS «per la formazione di talenti. Latina, nei primi decenni, fu un laboratorio di modernità osservato con interesse nazionale e internazionale. Con il centenario alle porte, questa vocazione può tornare attuale attraverso una città sperimentale, capace di dialogare con i circuiti europei della ricerca e della cultura.
La Fondazione, spiegano, deve diventare «la piattaforma dove queste sinergie nascono, crescono e si consolidano», trasformandosi da semplice incubatore di idee a generatore concreto di opportunità.

Fondi e responsabilità: passaggio decisivo

In pochi giorni – tra rogito notarile, nomina degli organi e decreto ministeriale – la Fondazione è passata da idea a soggetto pienamente operativo, ricevendo i primi 700 mila euro, di cui 200 mila relativi al 2024 e 500 mila al 2025. Un iter così rapido è il segnale di una convergenza istituzionale importante. «Proprio per questo – proseguono Porzi e Pagano - dobbiamo essere chiari: queste risorse non sono fondi “da spendere”, ma fondi da investire. Ogni euro deve contribuire alla definizione dei progetti cardine per la Latina dei prossimi decenni, al rafforzamento della credibilità della Fondazione e alla capacità di attrarre ulteriori partner pubblici e privati, generando impatti concreti e duraturi sul territorio. L’arrivo di queste prime risorse rende ancora più urgente un approccio rigoroso, trasparente e orientato al futuro. La Fondazione deve tradurre questi fondi in progetti culturali, urbanistici, formativi ed economici capaci di parlare alla città di oggi ma soprattutto di costruire la città dei prossimi cent’anni.  Porzi e Pagano concludono sottolineando l’opportunità storica che Latina ha davanti: tornare a essere un laboratorio di modernità e cooperazione pubblico-privata, un modello urbano innovativo, sostenibile e avanzato. La Fondazione Latina 2032 deve essere lo strumento che guida questa transizione. «Noi ci siamo – affermano – con spirito propositivo e determinazione. Ora chiediamo a tutti di fare la propria parte per costruire insieme la Latina che verrà».

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