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Morte di Valeriano, la Procura di Roma apre un'inchiesta, disposta l'autopsia

"Il fatto certo - dice l’avvocato Antony Lavigna - è che il signor Valeriano è uscito dal carcere in coma, il resto è ancora tutto da capire"

Morte di Valeriano, la Procura di Roma apre un'inchiesta, disposta l'autopsia

Fino al 15 aprile scorso Francesco Valeriano, 45 anni, molto conosciuto in città, era 'solo' uno degli animatori dei locali della zona. Viene arrestato per atti persecutori nei confronti dell’ex moglie e portato nel carcere di Cassino dove resta per 40 giorni, poi, senza motivazioni conosciute, viene trasferito a Rebibbia dove dopo un paio di settimane subisce un pestaggio feroce ad oggi ancora non chiarito perché è in corso un’indagine della Procura di Roma e, per altro verso, della direzione del carcere, il cui esito è secretato. Il 30 giugno Francesco Valeriano viene portato al pronto soccorso del Policlinico Umberto I in coma, provocato da profonde lesioni alla testa e in diverse altre parti del corpo. La famiglia non riesce a sapere niente altro, Francesco lotta tra la vita e la morte per due mesi, si riprende e dalla Rianimazione viene trasferito in Psichiatria; i primi giorni di settembre lascia l’ospedale per l’Istituto San Raffaele di Montecompatri dove rimane fino al 6 dicembre, giorno in cui viene trasferito d’urgenza al Policlinico di Tor Vergata per cause che non si conoscono; sta malissimo e muore alle 23.33 del 10 dicembre, due giorni fa. La salma è stata sottoposta a sequestro dalla Procura di Roma in attesa dell’autopsia che dovrà chiarire le cause del decesso ma anche molto altro.

Ieri mattina l’avvocato Lavigna ha depositato presso la Procura di Roma una querela contro ignoti per il delitto di morte a seguito di lesioni, che si aggiunge alla denuncia già depositata a giugno scorso per lesioni gravi, fatto sul quale ancora è in corso l’inchiesta della Procura di Roma che dovrebbe aver comunque individuato con chi Francesco Valeriano passò le ore che coincidono con i traumi sul corpo. Dunque nel lasso di tempo tra il 29 e il 30 giugno il dj fu pestato e ciò avvenne in carcere a Rebibbia, impossibile sapere l’ora esatta e se ciò è avvenuto in cella, quindi alla presenza di altri detenuti o se c’era anche personale interno. Tutti gli atti sono secretati e neppure la famiglia Valeriano ha potuto visionarli, fermo restando che nella denuncia ha chiesto di essere informata circa l’esito; inoltre è ancora inevasa la richiesta della cartella clinica che, a questo punto, entrerà nell’indagine sulla morte. «Il fatto certo - dice l’avvocato Antony Lavigna - è che il signor Valeriano è uscito dal carcere in coma, il resto è ancora tutto da capire e attendiamo il lavoro della Procura di Roma che ci risulta abbia corrente l’inchiesta sui fatti di giugno»

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