Cerca

Dalla Prima pagina

«Camorra vera e potente»: il clan Licciardi operava a Terracina

Dalle intercettazioni all’inchiesta della DDA di Roma: arresti, domiciliari e beni sequestrati per milioni di euro

«Camorra vera e potente»: il clan Licciardi operava a Terracina

A Terracina si era stabilita una potente famiglia di camorra che ha avuto la capacità di infiltrarsi per condurre i propri affari, facendo ricorso anche ai metodi di prevaricazione tipici delle organizzazioni di stampo mafioso. Ha trovato terreno fertile grazie a una serie di connivenze nella società civile terracinese, tanto da riuscire a operare in maniera indisturbata per quasi due decenni e insinuarsi nella pubblica amministrazione attraverso il sostegno a un politico locale.

L’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha ricostruito il ruolo centrale di Eduardo Marano, detto Dino, referente del clan Licciardi di Secondigliano sul territorio pontino. L’inchiesta ha portato all’emissione di cinque misure cautelari: Marano è stato arrestato, mentre sono finiti ai domiciliari il consigliere comunale e assicuratore Gavino De Gregorio e l’agente immobiliare Michele Minale, ritenuti suoi principali fiancheggiatori. Altri indagati sono stati sottoposti a misure meno afflittive e al sequestro di beni immobili per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro.

Gli accertamenti, condotti tra il 2022 e il 2024, hanno evidenziato una presenza stabile del gruppo camorristico a Terracina fin dal 2006, con una rete di relazioni e affari costruita lontano dai riflettori del territorio d’origine. Le intercettazioni hanno mostrato la capacità intimidatoria di Marano e la piena consapevolezza di chi lo affiancava nel reinvestimento di capitali illeciti in attività apparentemente lecite.

Particolarmente rilevante, secondo gli inquirenti, il rapporto con Gavino De Gregorio, che avrebbe stretto un vero e proprio patto elettorale mafioso con Marano, mettendo il proprio ruolo politico al servizio del sodalizio e partecipando anche a episodi di intimidazione. Le conversazioni intercettate confermano la percezione del potere del clan Licciardi, definito dagli stessi indagati come “camorra vera e potente”.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione