Il Comune di Bassiano ha scelto il Santuario del Crocifisso nell’ambito del progetto “Bellezza”, che prevede di recuperare i luoghi culturali dimenticati grazie a 150 milioni di euro messi a disposizione dal Governo.

A circa tre chilometri dal centro abitato, in località Selva Oscura, si trova un romitorio noto come Santuario del Crocifisso, nome che deriva dalla presenza di un crocifisso ligneo scolpito da Fra’ Vincenzo Pietrosanti nel 1673. Il complesso, però, è molto più antico. Intorno al 1300 si stabilì in questo luogo un gruppo di frati spirituali francescani, separatisi dal loro ordine per una disputa sulla povertà di Cristo.

Durante il periodo di permanenza forzata in quel luogo, essi affrescarono meravigliosamente le pareti della grotta ed edificarono una casa fortezza, l’attuale Cappella delle Palmeed, il vicino romitorio. Un’altra tradizione, però, non documentabile, vuole che insieme a essi si trovava anche un gruppo di Cavalieri Templari, provenienti dalla vicina abbazia di Valvisciolo, anch’essi in fuga dopo la soppressione dell’ordine ottenuta dal Re di Francia con l’appoggio di Papa Clemente V.

Alcuni attribuiscono a loro, e non ai Francescani, la realizzazione degli affreschi per il carattere molto simbolico che alcuni di questi hanno. Dalla grotta naturale si arriva a una Cappella circolare, costruita appositamente per accogliere il Crocifisso.

All’interno appeso alla parete informa sulla storia di questo singolare artista, Fra’ Vincenzo Maria Pietrosanti, nato a Bassiano nel 1624. Le notizie sulla sua vita sono alquanto scarse, scelse di rimanere frate laico e non divenne mai sacerdote. Nel 1662 ricopriva l'incarico di custode della “salara” (cioè il complesso dei magazzini ove veniva riposto il sale) nel convento dell’Aracoeli a Roma. Successivamente dimorò alcuni anni nel convento di Nemi, dove fu anche nominato guardiano.