"La Rigenerazione Urbana è rimasto l'ennesimo spot dell'amministrazione Coletta". Il senatore di Fratelli d'Italia Nicola Calandrini accende un fronte polemico contro l'amministrazione comunale.

"Al di là di qualche seduta di Commissione convocata nell'immediatezza dell'approvazione della legge in Regione, il Comune di Latina non ha fatto molto per approfondire e soprattutto per applicare quanto previsto dalla normativa che nasce per incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate e di tessuti edilizi disorganici o incompiuti e riqualificare edifici a destinazione residenziale e non residenziale mediante interventi di demolizione e ricostruzione, adeguamento sismico e efficientamento energetico" afferma il senatore di Fratelli d'Italia che è anche consigliere comunale a Latina. 

Secondo Calandrini, "a parole, il sindaco ha già dichiarato che con la rigenerazione urbana si può rilanciare la città, ma in pratica poco, anzi pochissimo è stato fatto. Ancora una volta quello che emerge è la mancanza di visione e l'incapacità da parte dell'amministrazione di saper sfruttare gli strumenti esistenti. Eppure il tema della riqualificazione urbana era ben esplicitato nel programma elettorale con cui Latina Bene Comune ha vinto le elezioni nel 2016. Ricordo un interessante capitolo interamente dedicato ad un "nuovo modello urbanistico", ma rileggendolo, è rimasto solo su carta, nonostante le buone intenzioni che addirittura culminavano nella realizzazione di un nuovo piano regolatore".

Ma quali sono le opportunità che il Comune sta perdendo, secondo Calandrini? "Con la legge sulla Rigenerazione Urbana l'amministrazione ha la possibilità di provare a recuperare il tempo perduto. Questa normativa deve essere molto di più di un singolo intervento spot: è lo stimolo che il settore dell'edilizia sta aspettando. L'amministrazione Coletta purtroppo ci ha abituato all'immobilismo, incapace di risolvere la questione dei piani particolareggiati, men che meno di redigere un piano regolatore, non ha saputo cogliere altre opportunità per dare un volto nuovo alla città. Non c'è solo la Rigenerazione Urbana. Non bisogna dimenticare infatti la possibilità di sfruttare almeno altre due disposizioni che sono già legge dello Stato: l'Ecobonus e il Sismabonus. Sono entrambi due incentivi che guadagneranno ulteriore forza dal Decreto Rilancio e che possono essere sfruttati anche dagli enti pubblici.


L'attuale normativa sull'Ecobonus prevede che per gli interventi di efficientamento la detrazione spettante possa essere ceduta ai fornitori o ad altri soggetti privati. Con il nuovo Decreto Rilancio invece tutti i contribuenti potrebbero usufruire di uno sconto immediato in fattura pari al 110% del costo dei lavori da parte dell'impresa.
Anche il Sismabonus che prevedeva fino ad ora detrazioni fiscali in caso di miglioramento della classe sismica di un edificio, con il Decreto Rilancio aumenta la detrazione fiscale che arriva al 110%, oltre allo sconto immediato in fattura".

"Tutti questi dispositivi possono essere un trampolino di lancio per far ripartire la città di Latina e in particolare il comparto dell'edilizia. Permetterebbero alla città una nuova crescita e uno sviluppo che non andrebbe a tradursi in ulteriore consumo di suolo pubblico, ma in autentica rinnovazione - aggiunge ancora Calandrini -  Devo purtroppo constatare che il sindaco e la sua amministrazione al momento non sono stati in grado di cogliere queste possibilità, in particolare quelle offerte dalla Rigenerazione Urbana che è una legge in vigore già dal 2017 e che sembrava piacere molto all'amministrazione targata LBC. Stesso discorso per il Sismabonus e l'Ecobonus. Tutto questo accade mentre le imprese soffrono, in particolare oggi, con la crisi aggravata dall'epidemia del Coronavirus. Non si perda ulteriore tempo, la città ha bisogno di essere rilanciata, gli strumenti ci sono, è tempo di imparare ad utilizzarli".