"Viaggiando questa mattina su uno dei regionali diretti a Roma ho notato con sconcerto l'assenza del necessario distanziamento sociale. Mentre i trasporti pubblici vengono indicati come uno dei principali problemi per la diffusione del virus e con l'ultimo Dpcm si è tornati a imporre di far viaggiare i mezzi al 50% della loro capienza, sul treno ho notato un vero e proprio assembramento". E' quanto afferma il deputato Raffaele Trano, che accende i riflettori su un tema molto delicato come quello dell'affollamento a bordo del trasporto pubblico locale.

"Ma il vero sconcerto l'ho avuto dopo essermi confrontato con le relazioni istituzionali di Trenitalia - prosegue il deputato del gruppo Misto - Ho appreso infatti che sui regionali, quei convogli su cui quotidianamente salgono centinaia di pendolari, studenti e lavoratori, è stato fissato il limite del 50%, ma senza distanziamento. In pratica, seguendo la logica di Trenitalia, a differenza di quanto avvenuto all'inizio della pandemia, si possono anche occupare quattro posti attaccati l'uno all'altro, purché poi vengano lasciati liberi i quattro successivi. E sempre secondo Trenitalia un capotreno dovrebbe da solo essere in grado di controllare tutte le carrozze e impedire l'accesso ad altri passeggeri una volta raggiunta la capienza massima. Così è una presa in giro, ma soprattutto così ci faremo assai male.

Nell'attesa di altre corse e di aumentare il numero delle carrozze, temo che in tali condizioni il rischio di contagi sui regionali sia elevatissimo e in tal modo che sia altrettanto elevato il rischio di arrivare in fretta a un nuovo lockdown, con le conseguenze disastrose che comporterebbe da un punto di vista economico. Salvaguardare la salute dei viaggiatori è un obbligo e lo è ancor di più considerando che chi viene colpito dal virus finisce per contagiare familiari fragili, perché malati o anziani, mettendoli in pericolo di vita. Occorre invertire rotta e farlo senza perdere neppure un attimo di tempo".