Aveva timore di lasciare il Senato al termine del mandato ed essere ricordata per quella che professava il rito fruttariano. Ma Marinella Pacifico, senatrice per grazia grillina, è una che punta in alto e per questo ha deciso di stupire tutti presentando una proposta di legge a propria firma che ha lo scopo di modificare il codice di procedura penale prevedendo il divieto, per la stampa ma anche per i social e i siti internet, di pubblicare i nomi degli indagati. E lo fa sventolando la bandiera della privacy e infischiandosene dell'articolo 21 della Costituzione.

La proposta di legge in questione è stata presentata dall'indefessa senatrice lo scorso 2 novembre e porta come titolo il seguente: "Norme in materia di pubblicazione di dati delle persone iscritte nel registro delle notizie di reato". Nel presentare agli "illustri colleghi senatori" la proposta, Marinella Pacifico (ex Movimento 5 Stelle, oggi al Misto) scrive: «Il disegno di legge intende modificare l'attuale quadro normativo nella parte in cui, alle astratte previsioni nor mative volte alla tutela della privacy in caso di pubblicazione delle notizie afferenti a indagini di polizia giudiziaria e alle denunce cui seguono le obbligatorie iscrizioni nel registro, di cui all'articolo 335 del codice di procedura penale, non segue una reale garanzia per i cittadini, né alcuna tutela per le continue e indebite ingerenze nella vita delle persone accusate: nocumenti a effetto immediato, ma che mantengono inalterata la loro valenza pregiudizievole, proprio perché le eventuali ipotesi assolutorie intervengono spesso dopo lustri. Si tratta quindi di prevedere, come è nella intenzione del presente disegno di legge, forme rapide, immediate e quasi automatiche di risarcimento del pregiudizio non meramente formale. Con il presente disegno di legge, dunque, si vuole impedire che gli organi di stampa, i siti internet e i social network causino evidenti pregiudizi dovuti alla diffusione delle generalità o delle immagini di coloro che sono iscritti nel registro di cui all'articolo 335 del codice di procedura penale».

Insomma, siccome i processi durano troppo, secondo la Pacifico che ha anche votato la sospensione della prescrizione quando era nel Movimento, non serve provare ad accorciarli garantendo un funzionamento migliore della democrazia e della giustizia. Ma è più facile e veloce tappare la bocca a chi fa informazione. Capito, la Pacifico?