L'intervista
28.04.2023 - 15:30
Il ministro dello Sviluppo economico Urso affronta alcuni dei temi più importanti dell'attualità nazionale e locale:
Ministro Urso, cosa sta facendo il Governo per il rilancio dell'Italia dopo la flessione causata dalla pandemia?
Il Covid ha mandato in frantumi il modello di globalizzazione: per quasi 20 anni la ricerca spasmodica del minor costo ha allungato su scala globale le catene del valore facilitando i processi di delocalizzazione. Durante la pandemia sono venite a mancare le forniture e addirittura le materie prime a causa delle chiusure in tutto il mondo, specialmente in Cina. Alcune produzioni hanno rallentato bruscamente e altre ancora si sono fermate totalmente. Il conflitto in Ucraina ha certificato la necessità di essere indipendenti, anche sul fronte energetico. La lezione appresa in questi ultimi anni è che occorre acquisire l'autonomia strategica, ossia l'indipendenza da Paesi troppo lontani o troppo instabili. Per tenere conto di queste esigenze, abbiamo avviato una nuova politica industriale che punta a consolidare alcune filiere strategiche e ad assicurare l'approvvigionamento di alcune materie prime essenziali. Nel contempo, anche la strumentazione agevolativa a supporto del sistema imprenditoriale è oggetto di una riflessione che porterà a incrementarne l'efficacia e semplificarne i meccanismi di fruizione. La riforma degli incentivi è all'esame del Parlamento, per semplificare l'attività delle imprese, insieme con la riforma fiscale, per incentivare sviluppo e occupazione. Nelle prossime settimane presenterò al CdM la Legge quadro sul Made in Italy.
In provincia di Latina ci sono settori importanti come il chimico farmaceutico e la logistica che rappresentano una realtà solida. Cosa si può fare per garantire loro una crescita ancora maggiore?
Anche su questi temi la Pandemia ci ha impartito una lezione: sono settori su cui non possiamo abdicare se vogliamo essere una nazione forte, ossia indipendente. Latina concentra sul suo territorio delle eccellenze non solo da tutelare ma da rafforzare perché indispensabili al Paese. Per il settore farmaceutico e biomedicale lo scorso 29 marzo scorso si è tenuta, in coordinamento con il ministro Schillaci, presso il Mimit la prima riunione del tavolo sul comparto, a cui hanno partecipato le maggiori aziende presenti in Italia. Dobbiamo sviluppare investimenti e attrarne di nuovi, utilizzando al meglio gli strumenti che abbiamo. Riguardo la logistica, credo che il nostro Paese diventerà sempre più centrale nelle dinamiche globali, grazie alla nostra posizione geografica e alle infrastrutture da rafforzare anche tramite le risorse del PNRR. In particolare, siamo capofila per la ricostruzione dell'Ucraina: lavoriamo a corridoio tra Italia e la l'area di Horona dove il governo ucraino ha segnalato un importante investimento italiano che consentirà il transito delle merci fino al Quadrante di Verona e ai porti di Trieste e Venezia. Un'iniziativa di cui potrà beneficiare l'intero Sistema Paese. Anche di questo abbiamo parlato alla conferenza bilaterale sulla ricostruzione che si è tenuta due giorni fa a Roma.
La realtà del Lazio Sud è fatta in gran parte di piccole e medie imprese. Per questo settore specifico quali sono le prospettive?
Le pmi sono l'anima del nostro Made in Italy, che è il carattere distintivo delle nostre produzioni dove artigianato e innovazione convivono in un connubio perfetto. Il tessuto imprenditoriale italiano si è rivelato estremamente capace di reagire alle sfide di questi tempi, adattandosi al cambiamento in modo rapido: alle chiusure causate dalla pandemia le aziende hanno risposto con nuove strategie, all'instabilità globale e alla flessione di alcuni settori hanno modificato la strategia legata alle esportazioni di beni e alle importazioni di materie prime, cambiando fornitori e mercati. Guardando al territorio, la zona del basso Lazio presenta delle peculiarità da valorizzare e salvaguardare. Penso al settore della nautica, a Gaeta, che ha conquistato una propria centralità e dove mi recherò nelle prossime settimane per un importante appuntamento sulle politiche del mare. O alle aziende che animano il comparto ortofrutticolo nella zona del fondano, importante hub logistico e commerciale. Sono eccellenze che vanno sostenute, ed è nostra intenzione farlo. Nel provvedimento che citavo valorizzeremo proprio le PMI e forniremo anche nuovi strumenti finanziari per crescere e investire sulla innovazione.
I prodotti Made in Italy sono una eccellenza ma spesso sono a rischio, soprattutto dalla concorrenza sleale in arrivo dall'estero. Cosa si può fare per mitigare questo fenomeno?
Tra il 2008 e il 2021 sono stati sequestrati oltre 600 milioni di articoli falsificati, per un valore stimato di poco inferiore a 6 miliardi di euro. Il settore moda è quello più colpito mentre l'agroalimentare subisce anche l'attacco dell'Italian Sounding che nel mondo vale oltre 79 miliardi di euro. Siamo i più imitati perché il Made in Italy è sinonimo di eccellenza e questo impone un ulteriore rafforzamento alle nostre azioni di contrasto al falso. Prevediamo di introdurre anche nuove misure di tutela delle nostre produzioni nel DDL di valorizzazione del Made in Italy. Vogliamo che certe produzioni tipiche siano associate a specifici territori in cui la tradizione secolare ancora prende vita in alcune produzioni tipiche, come avviene anche nel Sud del Lazio. Stiamo lavorando anche a un provvedimento in sede europea per il riconoscimento dei prodotti artigianali legati al territorio, sulla falsariga di quanto avviene per l'IGP del settore agro-alimentare.
Lo stop a Diesel e benzina è inevitabile. Ma l'Italia è pronta alla sfida dell'elettrico?
Siamo convinti che bisogna raggiungere il duplice obiettivo della transizione digitale ed ecologica, ma occorre affrontare la tematica dell'elettrico con sano pragmatismo e non in modo ideologico. L'elettrico è il futuro, ma dobbiamo guardare anche al presente. È quello che abbiamo detto a gran voce in Europa, invocando il principio di neutralità tecnologica all'interno della discussione sul regolamento sui veicoli leggeri, permettendo di salvaguardare il motore endotermico anche dopo il 2035 salvaguardando l'automotive italiano. La nostra posizione in Europa sarà ferma sulla necessità di dover perseguire la transizione ecologica - che tutti condividiamo – mai a scapito di modalità e tempistiche indispensabili alla riconversione per le imprese e per il sistema sociale, italiano ed europeo. Solo così potremo essere competitivi, anche nella nuova era.
Lei a Latina è venuto in diverse occasioni. Di cosa ha bisogno questa città per migliorare?
Latina ha tutte le potenzialità per crescere e diventare una città sempre più dinamica e aperta alle sfide dei nostri tempi. Posso dire che il Governo c'è ed è attento alle esigenze del tessuto produttivo del territorio. Saremo al vostro fianco.
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