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Pd, la ricetta dell'ex ministro Speranza: "Ripartiamo da umiltà e ascolto"

Il deputato: essere sinistra significa battersi per costruire migliori condizioni di vita delle persone

Pd, la ricetta dell'ex ministro Speranza: "Ripartiamo  da umiltà e ascolto"

Roberto Speranza sarà nel nostro territorio domani nell'incontro «La sfida del cambiamento» con il segretario regionale del Pd Daniele Leodori e l'onorevole Alfredo D'Attorre della segreteria nazionale PD. Speranza, ministro della salute nei governi Conte II e Draghi e oggi deputato Pd è confluito nel nuovo partito di Elly Schlein chiedendo di continuare la fase costituente per un movimento politico del tutto rinnovato.

Onorevole Speranza partiamo da lei e dalla sua ultima decisione di tornare nel Partito Democratico dopo lo scioglimento di Articolo 1. Come darete forza al nuovo Pd?
Abbiamo contribuito alla nascita del nuovo Pd con Elly Schlein. Ora l'obiettivo è dargli forza e costruire l'alternativa alla destra a partire dalla capacità di rimettere al centro le questioni reali della vita delle persone: in primis il lavoro, la sanità, l'istruzione.

Elly Schlein ha detto: «La destra fa la destra e noi dobbiamo ricominciare a fare la sinistra, perché questo ci chiedono le persone». La sensazione è che da tempo ormai la sinistra abbiamo creato una distanza con le persone, come si colma?
Stando con i piedi ben dentro l'enorme questione sociale che c'è nel Paese. Per me essere sinistra significa battersi ogni giorno per costruire migliori condizioni di vita delle persone, a partire dai più deboli e dai più fragili. La lotta alle disuguaglianze e la difesa dei beni pubblici fondamentali devono essere la nostra priorità.

Da dove parte e dove arriva la sfida del cambiamento che dà il titolo all'incontro nella nostra provincia?
Parte dalla consapevolezza che c'è molta sfiducia nei confronti della politica. E che per recuperare un rapporto reale con le persone bisogna avere il coraggio di affrontare i nodi di fondo delle esistenze di ciascuno. E bisogna farlo con umiltà, recuperando quella capacità di ascolto dei territori che spesso abbiamo smarrito.

Dopo il ritorno del centrodestra al governo della città a Latina in molti pensano anche all'interno del Pd che sia necessario cambiare approccio nel rapporto con il tessuto cittadino e dismettere l'atteggiamento elitario che ha creato solo distanze culturali ed elettorali. Che ne pensa e cosa vorrebbe e potrebbe suggerire ai dirigenti locali, segretario comunale e provinciale, del partito?
Non tocca a me dare suggerimenti. Ma ripeto ossessivamente per me quale è il punto essenziale. Una forza politica deve saper rappresentare le ansie, le preoccupazioni e le speranze legate alla vita reale delle persone. Cosa fai per difendere un giovane che, nonostante gli studi, trova solo lavori di 30 giorni o un cinquantenne che ha perso il lavoro?

Come giudica quanto fatto dal Governo Meloni fino ad oggi, in particolare su emergenza abitativa e occupazione ?
Fino ad ora non abbiamo visto praticamente nulla. Residui di campagna elettorale e qualche bandierina di propaganda, ma zero fatti. Ancora neanche un'azione vera che abbia migliorato la vita delle persone. In più rischiamo di perdere i soldi del Pnrr che sono invece una incredibile possibilità di ripartenza per l'intero Paese.

Da Ministro della Salute lei si è trovato ad affrontare l'emergenza pandemica e la campagna di vaccinazione. Tornando indietro cosa cambierebbe di quel periodo e cosa invece ritiene abbia funzionato?
Abbiamo dato ogni energia per difendere il diritto alla salute delle persone. Lo abbiamo fatto con rigore e serietà avendo come faro le evidenze scientifiche che si sono progressivamente accumulate. Sono stati anni difficilissimi, ma credo che l'Italia nel complesso abbia dimostrato di essere un grande Paese. Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro fatto.

Lei ha sostenuto la necessità di una riforma del Sistema sanitario nazionale secondo un modello di sanità circolare e territoriale. Qui in provincia di Latina la sanità soffre molto tra liste di attesa interminabili, pronto soccorso in perenne affaticamento e i territori rimasti completamente sforniti di qualsiasi rete assistenziale con il risultato di concentrare e verticalizzare sugli ospedali. Come si può cambiare rotta?
Prima di tutto serve investire più soldi sul nostro Servizio Sanitario Nazionale. Negli anni da ministro ero riuscito a portare la spesa sanitaria, per la prima volta, sopra al 7% sul Pil. Ora siamo tornati di nuovo sotto. Non va per nulla bene. I soldi che si mettono sulla salute non sono semplice spesa pubblica ma sono il più grande investimento sulla qualità della vita. Poi dobbiamo investire di più sul personale e sulla idea di sanità territoriale e di prossimità. Su questo abbiamo molte risorse disponibili che vengono proprio dal Pnrr. Dobbiamo usarle al meglio.

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