Corvo di Formia
17.02.2024 - 18:15
"Corvo" di Formia, continua la polemica. Sulla vicenda della lettera con firma generica che ha sollevato l'eccezione sulla carica della consigliera Paola Villa, è intervenuto il presidente del consiglio comunale di Formia, Pasquale Cardillo. "Un'opposizione senza argomenti è da sempre una opposizione isterica e senza senso, esattamente come sta accadendo a Formia in questi ultimi mesi, dove i brillanti risultati dell'Amministrazione Taddeo e il ritrovato entusiasmo dei cittadini di Formia stanno letteralmente mandando in tilt l'opposizione Pd e 5 Stelle. Mai mi era capitato, in 20 anni di Politica, di assistere ad attacchi quotidiani e senza senso non alla parte Politica avversa ma ai Dirigenti Comunali e persino al Segretario Generale, rappresentante locale dello Stato che non si candida, non fa politica e cura esclusivamente gli interessi della legge - ha commentato Pasquale Cardillo Cupo - Vedo, in parte della minoranza, una sorta di confusione mentale oltre che istituzionale ; prese di posizione ai limiti del surreale, non ultima quella sulla incompatibilità della Consigliera Paola Villa".
"Per mero garbo istituzionale, che contraddistingue l'Amministrazione Taddeo sin dal primo giorno dell'insediamento - ha aggiunto il presidente del Consiglio - si è deciso un supplemento istruttorio per una questione di una evidenza solare, che di personale non ha nulla ma è pregna di significato giuridico. Paola Villa, al netto delle oramai note sciocchezze che sciorina quotidianamente, è stata condannata per la sua accertata negligenza e colpa grave con una sentenza definitiva della Corte dei Conti e non ha pagato il suo debito verso l'Ente, come ha invece fatto il Dirigente - all'epoca coinvolto - con un semplice bonifico, come riferito nella conferenza dei capigruppo, un banale click che viceversa Paola Villa non riesce ad eseguire.
Giunti in comune più esposti su un punto tecnico relativo alla posizione di un Consigliere Comunale si è doverosamente verificato se lo stesso fosse veritiero o meno".
Si è quindi acquisita copia conforme della Sentenza e l'attestazione del Segretario Generale che, dopo accurate verifiche presso il settore finanziario, ha comunicato che la Consigliera non ha estinto il debito a distanza di un anno dalla condanna, non rispettando neanche la decisione dei Giudici, c'è davvero ben poco di altro da istruire - ha sottolineato - L'articolo 63, comma 5, del Testo Unico degli Enti Locali parla chiaro : chiunque è stato condannato con Sentenza definitiva e non ha estinto il suo debito è incompatibile con la carica. Nonostante la vicenda sia paradossale (ma questo è il livello) con buon senso abbiamo demandato un ulteriore parere alla Segretaria al fine di appurare se l'incompatibilità vada dichiarata tout court ai sensi del richiamato comma 5 dell'art. 63 del Tuel oppure se sia necessario attendere l'avvio dell'esecuzione coattiva delle somme da parte dell'Ente. Ho così concordato con la Dottoressa Marina Saccoccia, rappresentante dello Stato capace ed equilibrato, che con infinita pazienza sta tollerando contegni quotidiani ai limiti dell'illecito, di inoltrare una richiesta di parere al Ministero dell'Interno per verificare se nel caso di specie per dichiarare l'incompatibilità prevista dalla legge sia necessario attendere l'inizio dell'esecuzione o se si debba procedere convocando il consiglio comunale per la formale contestazione, continuando così a garantire ai massimi livelli istituzionali tutti i Consiglieri nei loro diritti e nelle loro prerogative. Il resto è noia".
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