Cerca

L'intervista

Il pressing dell'Udc: si rompa con il passato, la giunta si confronti di più

Parla il coordinatore Alessandro Paletta: oltre a riaprire parzialmente l'isola bisognerebbe eliminare la pista ciclabile in centro, un obbrobrio urbanistico

Il pressing dell'Udc: si rompa con il passato, la giunta si confronti di più

Non basta mettersi una bandierina sul petto per definirsi moderati e di centro, sono le idee, i comportamenti e l'azione politica che fanno la differenza, e accordarsi alla sensibilità dei territori e alla richiesta di un nuovo centro sono gli obiettivi dell'Udc, con un'azione sempre più visibile in provincia. Ne parliamo con Alessandro Paletta, coordinatore provinciale di un partito molto attivo in questa fase: ha acquisito poco dopo le elezioni il consigliere Emiliano Licata dalla lista Celentano e nei giorni scorsi ha registrato il passaggio di Antonio Costanzi, primo dei non eletti della lista dell'Udc ed ex componente della DC e di Alessio Martufi, primo non eletto della lista Celentano.

A Latina l'Udc si sta dimostrando molto dinamica all'interno della coalizione di maggioranza. Farete ancora campagna acquisti?

Oggi l'Udc è secondo noi attualmente l'unica forza moderata che lavora per ricostruire a livello nazionale quel centro politico che oggi è assente in provincia di Latina, non ci sono altri partiti come noi. L'Udc vuole riempire questo spazio politico che è ampio e contiene persone che si astengono o che trovano rifugio in case che non sentono proprie. In dieci mesi di lavoro abbiamo ricostruito una forza politico amministrativa di pari dignità con altri partiti più strutturati, questo al di là del nostro lavoro testimonia la voglia di un elettorato che non si sente o rappresentato nell'attuale schema politico provinciale. Siamo interessati ad allargare il consenso che non passa attraverso la campagna acquisti. La nostra è una campagna di adesioni a un progetto politico di creazione di quel centro che manca, come vasta area che va dai popolari ai riformisti, dai moderati di centrodestra fino agli scontenti del Pd, e il consenso che riscontriamo è la cartina tornasole dell'assenza di politica moderata in provincia.

Alla luce di questo progetto che ruolo volete avere nel centrodestra a Latina?

Un ruolo di stabilizzatore, perché la stabilità politico amministrativa è mancata da 14 anni a questa parte, tra tre commissariamenti e gestioni precarie. Se qualcuno pensa di ripercorrere strade che hanno portato all'indebolimento delle gestioni precedenti e arrivare a delle rotture ha sbagliato i conti. Questa amministrazione farà tutto il suo corso, e noi lavoreremo per garantire l'equilibrio e la stabilità, ovviamente stimolandola affinché dia un segnale di grande discontinuità rispetto alle amministrazioni degli ultimi 14 anni, di Coletta, ma anche di quella che fu di Di Giorgi

Parliamo di isola pedonale, mesi fa avete scritto che la vostra proposta è la riapertura del centro storico dal lunedì al venerdì e che era necessario riportare il "traffico" in centro". Siete ancora su questa posizione?

Premetto che quando avevamo chiesto la riapertura eravamo d'accordo per l'isola pedonale del futuro e ribadisco che non siamo contrari all'isola in assoluto ma a quella realizzata in questi anni, senza alcuna attrattività per i cittadini. Oggi siamo in grado, anche grazie al confronto nato in amministrazione, di trovare una soluzione di tipo diverso.

Quale è la vostra proposta? E' sufficiente riaprire un pezzo di Piazza del Popolo, che è l'ipotesi sul tavolo?

Si deve ragionare sull'isola allargata dei prossimi anni con una visione a medio e lungo termine, trovando oggi, però, delle misure immediate e temporanee per dare una risposta oggi non solo ai cittadini ma anche al commercio in difficoltà che vive in un deserto dal lunedì al venerdì. La parziale apertura è uno degli strumenti che potrebbe aiutare a risolvere le criticità, ma ce ne sono altri...

Ad esempio?
La scarsità di parcheggi è un disincentivo a frequentare il centro, dobbiamo iniziare a pensare all'eliminazione della pista ciclabile in centro, che oltre a non essere utilizzata è un orpello ideologico alla mobilità sostenibile, che è in sé una buona cosa ma in questo caso non ben rappresentata. E' un obbrobrio urbanistico ed estetico ed è anche pericolosa. Dobbiamo dare un segnale di discontinuità rispetto alle ultime due amministrazioni, a chi ha creato la ztl e chi l'ha fatta diventare isola pedonale senza aggiungere nulla. La questione urbanistico estetico dei disegni a terra è un falso problema, se cadiamo nell'errore di incentrare tutto il dibattito su questo perdiamo l'obiettivo di medio lungo termine di concepire un'isola pedonale ad ampio raggio. Si devono affrontare i nodi del piano parcheggi, della viabilità, del mercato annonario e del riportare, dopo l'anagrafe, altri uffici amministrativi in centro. Ricreiamo un tessuto sociale vivo in centro, se non facciamo questi passi è inutile discutere di verniciare o meno un tratto di strada.

In una riunione di maggioranza sul centro avete contestato il metodo. Ci può spiegare perché ?

Si trattava di una puntualizzazione sul metodo finalizzata a chiedere un maggiore coinvolgimento del consiglio comunale nelle scelte dell'amministrazione. Abbiamo persone esperte e tanti giovani preparati in tutti i partiti. I consiglieri vanno maggiormente coinvolti nelle scelte per un riequilibrio corretto e istituzionale tra giunta e consiglio. La giunta non deve andare per conto proprio e la maggioranza deve muoversi nella stessa direzione senza creare corto circuiti.

Ritiene che in questi nove mesi di governo si sia visto un cambio di passo?

Ingeneroso pensare che in un meno di un anno si sarebbe fatto quanto non fatto in 14 anni. I bilanci si fanno alla fine e il compito difficile di questa amministrazione è centrare il maggior numero di obiettivi. Oggi non abbiamo ancora dato il segnale di discontinuità necessario, stiamo lavorando tanto ma dobbiamo dare alla città un segnale preciso di taglio con il passato.

Voi esprimete l'assessore all'ambiente e la gestione dei rifiuti è oggi una incompiuta con una differenziata a livelli non ottimali, una Tari alle stelle e il centro come terra di nessuno. Quando arriveranno risposte certe?

Io devo elogiare il lavoro dell'assessore Addonizio e del nuovo Cda perché la condizione di Abc era disastrosa sia in termine finanziari che di risultati. Il piano industriale è quasi pronto e in alcune zone della città si inizia a vedere una maggiore pulizia. Per come Abc è stata ideata comporta un enorme costo di gestione che si ripercuote sulle utenze, si dovrà lavorare sul recupero delle utenze sommerse e dell'evasione e sull'aumento della produttività. Nel giro di un anno potremo vedere dei risultati, non sono processi immediati.
Nel convegno ‘Sorella Acqua' si è parlato di Rio Martino e del revival dei porti. Secondo lei si può pensare a un secondo porto quando non si riesce a mandare avanti Rio Martino che con il problema dell'insabbiamento e dei ritardi sulla gestione negli anni è diventato uno stagno?
La portualità è un nodo fondamentale per lo sviluppo della marina, ma non si può pensare a un secondo porto prima di aver risolto la questione di Rio Martino. Un nodo ora affidato al settore ambiente: dovremo essere chiari sulla tempistica del dragaggio che richiederà alcuni mesi e sfruttare questo periodo che non consente l'utilizzo del porto per ripensare al bando e non perdere altro tempo. Il bando predisposto sotto Coletta è sbagliato perché il privato ha una concessione a tempo limitato e senza possibilità di investire. Ci vorrà un bando nuovo che dia la possibilità di poter investire su un'opera strategica.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione