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Il caso

Latina Ambiente, tutto rinviato a ottobre. Resta il nodo Mignano

Il parere legale dello studio Pernazza spiega che il danno per il Comune andrebbe valutato in sede di Corte dei Conti

Al lavoro in t-shirt e bermuda  Licenziato e reintegrato

Come era già preventivato l'udienza preliminare del procedimento penale per bancarotta fraudolenta sul fallimento della Latina Ambiente che coinvolge 26 indagati ieri non si è tenuta per l'astensione delle camere penali e tutto è stato rinviato alla data, già calendarizzata nelle precedenti sedute, del 3 ottobre. In quell'occasione ha chiesto di essere interrogato per rilasciare spontanee dichiarazioni uno degli imputati, proprio Giacomo Mignano, l'avvocato al centro in questi giorni di un caso politico alla luce delle sue dimissioni presentate al sindaco dal ruolo fiduciario di consulente dell'amministrazione. La scelta di fare questo passo e di defilarsi dallo staff, e lo ha ribadito anche lui, è stata dettata dalla volontà di non mettere in difficoltà l'ente e il sindaco ed evitare speculazioni politiche alla luce della decisione del Comune di costituirsi parte civile come parte offesa nel procedimento. Una decisione che sarebbe maturata proprio negli ultimi giorni e che è stata ribadita dal sindaco a Latina Oggi.

“Chiarisco subito che nel processo sul fallimento della Latina Ambiente come Comune di Latina daremo seguito alla delibera del commissario Valente – ha detto il sindaco - chiedendo la costituzione di parte civile in qualità di parte offesa dico anche che il parere legale chiesto per avere un quadro delle possibilità e delle conseguenze di eventuali azioni ha chiarito che la costituzione di parte civile per l’ente in questo procedimento era una possibilità, ma non un atto necessario”. Il sindaco si riferisce al parere di Federico Pernazza, dello studio legale Pernazza, scelto per vagliare l’opportunità e le ricadute per il Comune in una eventuale costituzione di parte civile in questo procedimento, che ha aperto per l’ente la possibilità di valutare la vicenda sotto un diverso profilo spiegando che la vicenda più che configurarsi ed essere trattata dal tribunale ordinaria andrebbe valutata dalla magistratura contabile perché “il danno patrimoniale riportato dal Comune di Latina quale conseguenza diretta della “mala gestio” configurerebbe danno erariale ricadente nella giurisdizione della Corte dei Conti e in siffatta ipotesi resterebbe esclusa la possibilità del trasferimento innanzi al giudice penale di tale azione».

Nonostante questo esito l’amministrazione decide di dare seguito alla delibera del commissario e di difendere i suoi interessi probabilmente anche per evitare polemiche politiche e in questo frangente si inserisce la scelta di Mignano. Mignano che però non ci sta a subire gli attacchi dell’opposizione sulle presunte fatture incassate e replica ai gruppi di opposizione tra i quali figurano Pd e Lbc che hanno governato fino a 18 mesi fa: «Ho percepito quest’anno per le vecchie fatture 12.800 euro, a fronte della maggiore somma che mi ha liquidato l'amministrazione Coletta. Gli importi, con uno sconto per loro del 30% perché mi chiesero di venirgli incontro, li concordai proprio con l'amministrazione di Lbc e l'allora direttore generale Iovinella. Ho accettato, ma l'accordo non fu rispettato e non l’ho mai impugnato, perché riconosco che devo tanto al Comune di Latina per l'esperienza accumulata in questi anni. Mi stupisce che l’opposizione parli e non sappia nemmeno ciò che ha fatto quando governava, erano atti e soldi che hanno riconosciuto loro».

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