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L'intervento

Terracina, Azione: «Stagione estiva da dimenticare»

Palmacci: «La visita di Madonna non può diventare “il tappeto sotto cui nascondere la polvere”. Invertire il trend la parola d’ordine»

Terracina, Azione: «Stagione estiva da dimenticare»

«La visita di una celebrità come Madonna ha attirato l’attenzione su Terracina, generato clamore mediatico e fatto conoscere e apprezzare sempre più la nostra città. Ma questa visita non deve essere strumentalizzata. Non può diventare “il tappeto sotto cui nascondere la polvere” di una stagione turistica decisamente deludente». Arcangelo Palmacci, presidente provinciale e segretario locale di Azione, inizia così il suo bilancio di un’estate che ha fatto registrare una riduzione dell’afflusso turistico se non per il “mordi e fuggi” dei fine settimana. Insomma, non è bastato sventolare la Bandiera Blu. «Il numero dei turisti si è ridotto come la spesa media per la ristorazione, per gli esercizi commerciali, per le strutture ricettive - osserva Palmacci -. E la carenza di infrastrutture turistiche e di servizi si è amplificata».

Riguardo ai trasporti, il referente di Azione ricorda l’odissea infinita della stazione ferroviaria, mentre per le opere incompiute pone l’accento sull’ascensore per il centro storico alto. «Senza contare le spiagge libere comunali dove si è assistito, con la collaborazione dei gestori privati, ai piazzamenti degli ombrelloni in “prima fila” senza alcun permesso. E ancora: la viabilità è collassata con strade in pessime condizioni, molte prive di segnaletica, mancanza di parcheggi. E poi il decoro urbano su cui hanno pesato cassonetti ricolmi e maleodoranti».

Palmacci ricorda anche il lungomare Circe senza alcuna manutenzione: «Panchine divelte, tanti muretti rotti, aiuole spesso ridotte a immondezzaio».

E l’intrattenimento? Secondo Palmacci gli eventi non sono stati adeguatamente pubblicizzati e sono apparsi, il più delle volte, «banali e generici». Si è notato anche un aumento di comportamenti irrispettosi e dannosi per l’ambiente e la cultura locale: «Molti gli episodi sfociati in problemi di ordine pubblico che ha messo ulteriormente sotto pressione le forze dell’ordine».
Le soluzioni? Per il numero uno locale di Azione «bisogna partire proprio dai risultati negativi di quest’anno per ipotizzare un futuro diverso. Invertire il trend dovrà essere la parola d’ordine. Bisogna puntare su un turismo di “alta qualità” e caratterizzato da un equilibrio tra servizi efficienti, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Il turismo di alta qualità è esattamente l’antitesi di un turismo costoso ed esclusivo perché dovrà essere concentrato nell’offrire esperienze autentiche, di arricchimento, che rispettino e valorizzino la nostra cultura. Si tratta - sottolinea - di avviare un vasto programma di riqualificazione urbana migliorando, nel contempo, sia le infrastrutture turistiche e viarie sia l’offerta culturale. E’ quindi urgente ed essenziale provvedere al rifacimento del lungomare, rendere finalmente operativo l’ascensore per il centro storico alto, così come appare necessario rifare il manto stradale in tante parti della città e ampliare sia gli spazi di pedonalizzazione che i parcheggi. Inoltre, sarà necessario riqualificare il porto: da un lato con l’escavo del canale da parte della Regione per evitare il pericoloso insabbiamento, e dall’altro ricreare e ridestinare l’area all’intrattenimento, agli spettacoli, alle attività di supporto al turismo nautico, penso a negozi, bar e ristoranti. Promuovere trasporti alternativi e il superamento dell’inquinamento da rifiuti introducendo la “tariffa puntuale”. E si dovrà garantire una maggiore fruibilità delle risorse culturali a partire dal Teatro Romano. Riaprire il Palazzo della Bonificazione pontina, la Torre di Acso e valorizzare al meglio il tracciato dell’Appia Regina Viarum. Per questo - conclude Palmacci - ognuno, per le proprie responsabilità e per le proprie competenze, ha il dovere di rimboccarsi le maniche e lavorare sul serio per il bene della città. Il tempo, però, rischia di scadere. Ma possiamo farcela. Anzi, dobbiamo farcela».

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