16.04.2025 - 12:30
Dopo oltre quindici anni di attesa, l’ATO 4 può finalmente voltare pagina: è stata sbloccata la questione delle azioni di Acqualatina messe a pegno nel lontano 2007 e, nel frattempo, il Comune di Anzio entra ufficialmente a far parte dell’Ufficio di Presidenza dell’Egato. Due novità che segnano un momento di svolta per la governance del Servizio Idrico Integrato e che aprono prospettive nuove, anche in vista dell’approvazione del tanto atteso Statuto dell’ente.
A raccontarlo è il presidente dell’Egato 4, che sottolinea con soddisfazione il traguardo raggiunto: “Parliamo di una vicenda iniziata nel 2007, quando Acqualatina accese un mutuo da oltre 114 milioni di euro per realizzare importanti investimenti sul territorio. A garanzia di quel finanziamento, dieci Comuni impegnarono le loro azioni in favore della banca. Da allora quelle quote sono rimaste bloccate, seppure formalmente ancora di proprietà dei Comuni”. Oggi, con l’intervento di Banco BPM, nuova banca subentrata nella partita, il pegno viene finalmente sciolto: le azioni torneranno pienamente nella disponibilità dei Comuni e saranno ridistribuite in Acqualatina. “Un passaggio tecnico, ma fondamentale per rafforzare la governance e restituire centralità ai territori”, aggiunge il presidente.
Parallelamente, si completa l’assetto istituzionale dell’Egato con l’ingresso del Comune di Anzio nell’Ufficio di Presidenza. Una scelta che assume un doppio valore: da un lato ristabilisce la rappresentanza territoriale dopo l’uscita di Aprilia, dall’altro rafforza il peso politico dell’Ente oltre i confini della Provincia. “Anzio è una realtà extra-provinciale – spiega il presidente – ma oggi entra a pieno titolo nella governance dell’Egato. Questo dimostra la capacità dell’Ente di tenere unito il territorio anche in momenti complessi”.
Tuttavia, l’ingresso di Anzio porta con sé anche delle criticità da affrontare, come un passato di morosità importante. Il presidente non si nasconde: “Sì, è un tema reale. Ma lo affronteremo con spirito costruttivo. Ognuno deve fare la propria parte: l’equilibrio dell’ATO passa anche dalla responsabilità di ogni componente”.
Sul tavolo resta la questione dello Statuto, che continua a rappresentare un nodo cruciale per il futuro dell’Ente. La sua approvazione permetterebbe infatti di sbloccare nuove assunzioni – due figure tecniche e due amministrative – e strutturare finalmente l’organico dell’Egato, oggi ridotto all’osso. “Attualmente abbiamo un solo dipendente – rivela il presidente – ma abbiamo già definito un fabbisogno minimo per gestire il lavoro quotidiano. Senza uno statuto approvato, però, resta tutto fermo”.
Il testo dello Statuto, bloccato da tempo, è stato oggetto di resistenze legate alla coincidenza tra la presidenza dell’Egato e quella della Provincia, prevista per legge regionale. “È una norma, non qualcosa che possiamo cambiare con lo Statuto”, chiarisce il presidente, che oggi guarda con rinnovata fiducia al cambiamento dei rapporti interni e alla possibilità di ottenere una nuova votazione favorevole.
“Lo dobbiamo all’efficienza dell’Ente”, conclude. E con questi presupposti, per l’ATO 4 sembra davvero arrivato il momento di lasciarsi alle spalle un lungo periodo di stallo.
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