«Sa di quale ruolo sono più orgoglioso? Vicesegretario della Lega». Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, senatore, con un passato importante da sindacalista (dell’Ugl). Ma Claudio Durigon è pure tra i quattro “vice” di Matteo Salvini nel Carroccio. Gli altri tre sono Silvia Sardone, Alberto Stefani e Roberto Vannacci. Claudio Durigon è indubbiamente anche il punto di riferimento del Carroccio nel Lazio. Dice: «Il centrodestra guidato da Francesco Rocca in questa prima metà del mandato ha risanato e programmato. Nella seconda metà si vedranno i risultati».
Allora Durigon, il voto sui referendum cosa ha dimostrato?
«La Cgil e il Pd di Elly Schlein hanno politicizzato la stagione referendaria. Perdendo sonoramente. Le priorità del mondo del lavoro sono altre e le sta affrontando il Governo: il potenziamento dei salari, l’intervento strutturale sul cuneo fiscale, l’ampliamento degli incentivi, la volontà di mettere sempre più al centro la contrattazione collettiva».
La sinistra dice che ad aumentare è solo il lavoro precario e a tempo determinato. «L’ultima rilevazione Istat dice che diminuisce la disoccupazione, aumenta il lavoro a tempo indeterminato e che siamo a livelli storici per il numero di occupati. Si tratta di cifre. Poco da interpretare».
Come si inverte il trend della “fuga” dei giovani dal Paese? «Rendendo più appetibile il Paese per i ragazzi che entrano nel mondo del lavoro. Aumentando il potere d’acquisto, prevedendo un periodo nel quale paghino meno tasse. Per esempio cinque anni di flat tax al 3% oppure al 5%. Stiamo lavorando su queste tematiche».
Ma la legge sul terzo mandato per i Governatori si farà? Per il centrodestra sembra essere diventata centrale? «Dare la possibilità di un terzo mandato a chi ha governato bene è una questione di “giustizia”. Così come devono essere i cittadini a decidere: è il cuore della democrazia. Io me lo auguro. Bisognerà capire la posizione di Forza Italia: se non saranno d’accordo ne prenderemo atto. Ma certo il terzo mandato non c’entra nulla con la cittadinanza facile o con lo ius scholae. Per come la vedo io, andrebbe così: Luca Zaia sarebbe riconfermato alla guida del Veneto, Vincenzo De Luca non credo in Campania. Contemporaneamente stiamo lavorando a rafforzare il numero dei consiglieri delle Regioni, con l’obiettivo di dare una rappresentatività più forte ai territori».
Ritorno all’elezione diretta nelle Province e abolizione dei ballottaggi nei Comuni con oltre 15.000 abitanti qualora uno dei candidati sindaco dovesse superare il 40% dei consensi al primo turno. Anche questi sono temi del “pacchetto riforme”? «Il ritorno all’elezione diretta nelle Province è alle porte. Quanto ai ballottaggi, il ragionamento da fare è il seguente: al primo turno vota il 65-70% degli aventi diritto, al secondo meno del 40%. Quale il risultato più rispondente alla realtà? Inoltre si riuscirebbe ad allineare il sistema elettorale con i dati sull’affluenza, si eliminerebbe l’ipotesi dell’anatra zoppa, ci sarebbero dei risparmi. E si darebbe maggiore stabilità».
Quanti malumori ha provocato la nomina di Roberto Vannacci tra i quattro vicesegretari della Lega? «Zero. Roberto Vannacci è una risorsa del partito, perché aggrega, perché ha dimostrato di avere tanti voti, perché comunica benissimo su temi fondamentali. Siamo una squadra».
Sta per concludersi il primo tempo della consiliatura alla Regione. Come valuta l’operato della giunta Rocca e della maggioranza di centrodestra? «Il presidente Rocca ha progettato e costruito, gettando le fondamenta per i risultati che presto si vedranno. Teniamo presente le difficoltà ereditate dalla giunta Zingaretti. Sono convinto che nel secondo tempo su temi come la sanità, la gestione dei rifiuti, i trasporti e le infrastrutture si daranno le risposte che servono al Lazio».
Non sono mancate le tensioni con gli alleati (soprattutto con Forza Italia) in questi anni alla Regione Lazio. «Una coalizione è fatta di partiti diversi, normale che ci siano posizioni differenti. Però alla Regione Lazio l’unità non è mai stata messa in discussione e l’assetto della giunta è rimasto parametrato sui risultati elettorali. È questo che fa la differenza».
Come si rilancia il Basso Lazio? «Come il Mezzogiorno, attraverso le infrastrutture. Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, stiamo lavorando seriamente a creare le condizioni per realizzare la Stazione Tav a Ferentino-Supino. Per quanto riguarda la provincia di Latina, posso dire di essere molto soddisfatto? Sì. A ottobre i bandi per la Cisterna-Valmontone, un’opera ferma da almeno venti anni. Con circa 400 milioni recuperati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Poi la Roma-Latina: l’avvio ufficiale delle procedure pubbliche per il project financing rappresenta una novità enorme. Un’opera strategica per il Lazio e per l’intero centro-sud. Lo avevamo promesso in campagna elettorale e noi manteniamo gli impegni. Si tratta di una novità che risulterà fondamentale per i cittadini e per le imprese. Abbiamo completato un percorso virtuoso fatto di determinazione, lucidità e visione. La Roma-Latina sarà realizzata nei tempi previsti, sarà un’autostrada green e sarà gratuita per tutti i residenti nella Regione Lazio. Ce l’abbiamo messa tutta e colgo l’occasione per ringraziare ancora il vicepremier e ministro Matteo Salvini, leader della Lega. Si fa politica per centrare degli obiettivi finalizzati a migliorare la qualità della vita delle comunità. Abbiamo centrato un risultato enorme».