Le parole del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, sulle Province accusate di immobilismo nella gestione dei rifiuti, non sono piaciute al presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, che rivendica il lavoro svolto e denuncia le carenze strutturali con cui gli enti locali sono costretti a operare. «Le Province non sono state ferme, semmai sono state lasciate senza strumenti – spiega Stefanelli –. La Provincia di Latina ha adottato lo Schema di Piano Provinciale dei Rifiuti già nel 2018, come previsto dalla normativa regionale, trasmettendolo alla Regione per la verifica di congruenza e la successiva approvazione. Ma da allora non è mai arrivata una risposta. Nessuna osservazione, nessuna restituzione, nessuna approvazione. Se la Regione avesse chiuso quel procedimento, oggi avremmo un quadro pianificatorio chiaro e non saremmo costretti a rincorrere le emergenze».
Il presidente respinge con decisione anche l’accusa secondo cui le Province non avrebbero individuato aree idonee per nuovi impianti: «È un’affermazione che non tiene conto della realtà. Le aree vengono individuate in base ai criteri stabiliti dalla stessa Regione, nel rispetto delle norme urbanistiche e paesaggistiche. Se, applicando quei criteri, non emergono aree idonee, non è una scelta politica ma un dato tecnico. Anche il commissario regionale nominato in passato aveva indicato siti poi annullati dal Tar per carenze istruttorie: questo dimostra che il problema nasce da una pianificazione regionale incompleta, non dall’inerzia delle Province». Stefanelli individua la radice del problema nella mancata legge regionale di riordino delle competenze, rimasta in sospeso dopo la riforma Delrio. «La Regione Lazio non ha mai approvato una norma che ridefinisse con chiarezza le competenze tra Regione e Province. Il risultato è che veniamo chiamati in causa senza strumenti, risorse o funzioni chiare. In altre regioni, come la Lombardia, la delega alle Province in materie ambientali e infrastrutturali ha prodotto efficienza. Qui, invece, si accentra tutto a livello regionale, salvo poi lamentare la lentezza dei territori. È una contraddizione evidente».
C’è poi il tema economico, che aggrava le difficoltà operative. «La Regione non corrisponde regolarmente le somme dovute alle Province per le funzioni delegate – aggiunge – e questo pesa sui bilanci già fragili. A ciò si sommano i tagli nazionali ai fondi per la manutenzione delle strade provinciali: meno risorse significa meno sicurezza e più difficoltà gestionali. Nonostante questo continuiamo a garantire i servizi essenziali, ma non si può chiedere efficienza a costo zero» . Di fronte a questo scenario, Stefanelli chiede un cambio di passo: «Mi aspetto rispetto istituzionale e chiarezza amministrativa. Le Province non si sottraggono alle proprie responsabilità, ma serve collaborazione. Bisogna pianificare prima di autorizzare, stabilire regole certe e garantire le risorse per svolgere i compiti assegnati. Solo così si può costruire un sistema di governo locale efficiente, dove le istituzioni cooperano invece di accusarsi a vicenda. Le Province non sono un problema, ma parte della soluzione».
Il presidente conclude con un appello diretto a Rocca: «Con l’Unione delle Province del Lazio, insieme ai colleghi di Viterbo, Rieti e Frosinone, da mesi chiediamo di essere ricevuti per ridiscutere le competenze e la gestione di materie fondamentali per i cittadini. Le nostre richieste formali non hanno mai avuto riscontro. Colgo quindi l’occasione per rinnovare pubblicamente al presidente Rocca l’invito a convocare tutti i presidenti delle Province: solo con il dialogo e la cooperazione possiamo dare risposte serie e concrete ai cittadini».