L'ultima parola sul caso degli impianti sportivi del capoluogo è rimasta quella delle società che li occupano senza pagare un canone. Ed era la classica "voce grossa". Mentre dal Comune, per ora, tutto tace, con la pratica finita sul tavolo del nuovo dirigente del Patrimonio Umberto Cappiello. Quindici club dilettantistici avevano contestato la richiesta del corrispettivo annuo delle strutture che occupano e si erano spinti a chiedere all'ente di pagare i contributi a loro spettanti per l'attività gestionale, previsti in una vecchia determina dirigenziale. Un muro contro muro che non ha sciolto il nodo di strutture occupate da società che non hanno titolo per farlo, tra convenzioni scadute e canoni di affitti in sospeso, e che espone il Comune ad un pesante segno negativo nella voce "valorizzazione" dei propri beni pubblici. Nei servizi a domanda individuale gli impianti sportivi coprono infatti solo il 27% delle spese: da questo capitolo arrivano 310mila euro di entrate derivanti dalle tariffe ma le uscite ammontano a un milione e 144mila euro, tra personale, manutenzione ed utenze. Sommando le cifra delle 26 richieste di pagamento per l'anno 2016 inviate dal dirigente alle società, e ancora inevase, l'ente potrebbe incamerare circa 226mila euro a cui dovrebbero aggiungersi i 120mila euro del canone annuale per lo stadio Francioni contestato al Latina calcio. Quasi 350mila euro che valgono come l'oro a voler seguire la linea di rigore espressa dal consiglio comunale con il voto sul bilancio. Appese a questa controversia sono anche le assegnazioni delle strutture: i contratti che regolano i rapporti tra le società e l'ente sono scaduti a giugno scorso e dopo la manifestazione di interesse della scorsa estate non è stato ancora dato seguito al bando. Sarà difficile procedere con le assegnazioni senza sanare il contenzioso, un tunnel da cui per ora non si vede luce.
Sport, il pasticcio dei canoni: il Comune non riscuote, potrebbe ricavarne più di 300mila euro
Latina - L'ente non riesce a incassare il dovuto e le assegnazioni per gli impianti sono ancora bloccate