Un esposto apocrifo accusa due esponenti della maggioranza, in Comune torna la «stagione dei veleni». Quella di ieri è stata una giornata di fuoco per il mondo politico, per via di una raccomandata (inviata a tutti i consiglieri) firmata dal neofondato comitato di Aprilia Possibile che, in sintesi, accusa il consigliere comunale Angelo Zanlucchi e dall'assessore ai Lavori Pubblici, Mauro Fioratti Spallacci, che avrebbero beneficiato di un cambio di destinazione d'uso su terreni di loro proprietà e dei loro familiari. Una lettera controversa e misteriosa, visto che i firmatari (Aprilia Possibile) ne hanno disconosciuto la paternità, e oggi provvederanno a presentare una denuncia al comando dei carabinieri. «Quella missiva non è stata prodotta da noi. Si tratta di un atto grave e vigliacco, che ci lascia amareggiati. Non permetteremo a nessuno - commenta il coordinatore, Roberto Fiorentini - di infangare il nostro nome, né di provare ad inquinare la vita pubblica della città senza metterci la faccia». Mentre uno degli accusati, l'assessore Mauro Fioratti Spallacci, ha provveduto in commissione a smentire le accuse in maniera categorica. «Si tratta di una diffamazione bella e buona. Scrivono - dice - che avrei beneficiato indirettamente della variante di recupero, tramite i terreni di mia madre, ma nel 2005 non ero nemmeno consigliere e nel 2013 non ho votato l'atto di Consiglio». Parole identiche anche per Zanlucchi. «E' tutto inventato, nel 2005 non ero in Consiglio e non ho votato la variante, ho votato solo le osservazioni».
Una vicenda che ha indignato profondamente il delegato ai Lavori Pubblici. «Conosco il responsabile di Aprilia Possibile, che è laureato, e sono sicuro che non possa aver scritto lui una lettera così sgrammaticata. Non ho prove - continua Fioratti Spallacci - e perciò non posso accusare nessuno ma di certo la tempistica di questa lettera è strana».