La nomina di Enrica Onorati a assessore regionale crea un'altra piccola frattura nel Partito democratico. Il sindaco di Sermoneta Claudio Damiano ha infatti scritto una lettera al presidente provinciale del partito Mauro Visari chiedendo di smetterla con le scelte calate dall'alto. Damiano, comunque, augura buon lavoro alla neo assessore.

La lettera del sindaco di Sermonate Claudio Damiano a Mauro Visari, presidente provinciale del Pd

"Chi scrive è il Sindaco di Sermoneta e, in quanto tale, anche componente del direttivo provinciale del Pd che in questa veste ritiene opportuno sottolineare aspetti importanti di procedure politiche al suo presidente di partito, rappresentato dalla tua figura. Una figura che ha il dovere di espletare il principio e il diritto di garanzia sulle scelte politiche e sulle modalità delle stesse, le quali definiscono strategie, percorsi politici e incarichi che devono necessariamente essere il cardine di un processo democratico.
Preciso che come tanti oggi festeggio la nomina di Enrica Onorati ad assessore regionale con delega all'agricoltura, poiché costituirà un punto di riferimento per la provincia di Latina in una Assise così importante. Certamente ci auguriamo che svolgerà il suo incarico con professionalità e serietà, sebbene personalmente non abbia mai avuto il privilegio di valutarne le competenze.
Nonostante la gioia di avere un rappresentante della nostra provincia in un settore fortemente delicato come l'agricoltura, un interrogativo politico si apre. Quale membro della direzione provinciale del Pd e Sindaco, della proposta di questo incarico non avevo mai sentito parlare, né ricordo che si sia mai aperto un tavolo di discussione sulla stessa o su un eventuale elenco di nomi con competenze specifiche da indicare al presidente Zingaretti.
So bene che la scelta degli assessori è una prerogativa del Presidente, ma so anche che questo avviene attraverso un confronto con gli organismi territoriali. La mancanza di questa procedura lascia pensare all'idea che all'interno di questo partito ci sia uno stretto "giglio magico" o, con termini nostrani, un "carciofo magico" che decide ogni sorta di scelte e posizionamenti.
Credo che il tuo compito sia quello di garantire che il Partito ritrovi la capacità di mettere insieme percorsi democratici condivisi, dove gli organi istituzionali diventino la scelta trasparente per la discussione di un progetto politico in un direttivo che sia lo strumento istituzionale fondamentale per decidere, e non il luogo delle ratifiche o del "diamo fiato alle trombe", perché poi ogni tipo di scelta avviene in un caminetto segreto.
Ancor di più perché credo che il risultato elettorale ci ha visto perdenti non solo sul piano numerico, ma ha anche segnato la pochezza "locale" delle nostre idee e lo scollamento profondo con la società civile. Solo un funzionamento degli organi istituzionali può trasformare questo partito da un partito delle tessere al partito delle idee e ridare dignità a chi ancora oggi si spende all'interno di esso, sottraendo tempo ed energie personali. Se ciò non dovesse avvenire, considero più utile spendere il mio tempo libero al bar, che oggi è diventato di certo un luogo più interessante per ragionamenti politici".