Realizzare un nuovo ospedale nel Comune di Latina per rottamare il Goretti uscendo dal perimetro angusto dell'emergenza nel quale è ristretta l'offerta sanitaria nel capoluogo e allargando la veduta su spazi, risorse e possibilità che siano ben più ampie del datato nosocomio in perenne affanno. Se Lbc ha espresso il suo sì condizionato al discorso di puntare a percorsi di rete e a una sanità che decongestioni la struttura ospedaliera, è vero che su questi temi strategici la sinergia tra il Comune di Latina e la Regione può essere forse solo oggi proficua e realmente produttiva perché il governo civico è in piena sintonia con quello di Zingaretti. E per questa ragione l'ultima parola spetta al sindaco Damiano Coletta. Il primo cittadino è fuori città per qualche giorno, ma sta seguendo con interesse il dibattito sollevato da Latina Editoriale Oggi e intende offrire il suo contributo. «La prospettiva espressa da Lbc è in linea con il mio pensiero ed è ciò su cui si deve lavorare. Parte da un'analisi oggettiva fatta da chi vive i problemi della sanità tutti i giorni. Puntiamo a modelli moderni in cui una strutturata rete territoriale alleggerisca il lavoro dell'ospedale e conduca i pazienti a ricevere le cure più "competenti" con le tecnologie più appropriate. Nel frattempo si può portare avanti il progetto del nuovo ospedale e sto lavorando per questo».

Ma prima, dice il sindaco - «bisogna lavorare sulle prevenzione svolta nel territorio altrimenti il problema del pronto soccorso resta, e non si può risolvere di certo solo costruendone uno più grande. Vanno definiti e implementati i percorsi diagnostici e di assistenza per far sì che in ospedale ci vada solo chi ne ha realmente bisogno». Tra le priorità anche quella di affrontare il problema del personale. «Mi sto facendo in quattro per cercare di stabilizzare i precari. Quella del personale sanitario che va stabilizzato per il contributo professionale che fornisce, è una criticità che conosco avendo lavorato per 25 anni al Goretti. E mi sono speso anche per far sì che il finanziamento regionale di 10 milioni arrivasse a buon fine. La riqualificazione del pronto soccorso e degli altri reparti è necessaria e sarà in linea con le apparecchiature che arriveranno dal progetto dell'Alta Diagnostica tra cui la sala ibrida che consentirà al Goretti un notevole salto di qualità. Questi gli ambiti su cui lavorare, stabilizzazione e finanziamento, su cui si è speso anche il consigliere regioanle Enrico Forte. Nel frattempo si può portare avanti il progetto del nuovo ospedale». E come? «Il nuovo ospedale viaggia in direzione parallela all'implementazione dei percorsi di rete, della tecnologia ed è un progetto a cui teniamo, ma non si può pensare che sia la soluzione del problema. Dobbiamo investire sul personale e sulla tecnologia, sulla definizione dei percorsi ambulatoriali territoriali così come sono concepiti dalle linee guida. Poi se tutto questo riusciremo a metterlo in un contenitore migliore sono il primo ad esserne contento. Io sto lavorando in questa direzione con i miei collaboratori di fiducia che fanno parte di un forum sanità che vanta persone qualificate e competenti. Cercando di interloquire con ASL e con Regione».

I problemi non mancano. «C'è anche il problema dell'assistenza per il randagismo animale, altra criticità ereditata da cattiva amministrazione in vari ambiti. L'importante è non illudere la gente. Metro e un costoso project financing di cui paghiamo ora le conseguenze, Terme, Icos, Slm... possono bastare? Sarebbe bene che invece di pensare ai progetti di finanza si assumessero le responsabilità tutti quelli che ci hanno fatto ereditare una serie di contenziosi che vedono il Comune a rischio di tirare fuori somme ingenti a scapito dei beni comuni. Di chi è la responsabilità?». «Oggi il nostro impegno - conclude il sindaco - è migliorare l'esistente per far sì che il Goretti diventi Dea di secondo livello a tutto tondo. Nel frattempo si penserà al nuovo ospedale»