Il titolo in prima pagina di qualche giorno fa, «L'uomo smascherato», non gli era piaciuto granché, eppure Mauro Carturan, sindaco di Cisterna in naftalina per colpa del Tar, dimostra di essere uomo di spirito, e ieri si è presentato in redazione con una maschera in volto.
«Eccomi qua - ha esordito sul portone di ingresso - Sono venuto a togliermi la maschera».
Bravo, tanto di cappello.
Avrebbe immaginato che sarebbe andata a finire così?
«No, assolutamente no. E' una sentenza illegibile: dice che non ci sono stati brogli, che non ci sono stati illeciti, nessuno è indagato, però... Però in quattro sezioni elettorali manca la trascrizione del numero delle schede inutilizzate. E questo può bastare per invalidare la proclamazione degli eletti?».
Pare proprio di sì, può bastare. E noi abbiamo pure scritto che quell'errore, o quella mancanza, adesso si ritorcono negativamente sull'immagine del vincitore di quelle elezioni, cioè Lei, Mauro Carturan.
«Non sono d'accordo, perché si tratta di un problema legato alle operazioni di scrutinio nei seggi. Io ho votato di mattina, e poi me ne sono tornato dritto a casa, perché non è mai stata mia abitudine bivaccare davanti ai seggi, specie se sono candidato. E non ci mando neppure i miei sostenitori. I cittadini devono sentirsi liberi e sereni. E poi diciamo anche che i presidenti di seggio e gli scrutatori in servizio il 10 giugno li aveva nominati il Commissario prefettizio».