Dopo la presa di posizione del sindaco di Latina, Damiano Coletta, e di quello di Velletri, Orlando Pocci, arrivano anche le parole del primo cittadino di Sezze, Sergio Di Raimo, in merito al Decreto Sicurezza.
E il suo punto di vista non è certo favorevole al Decreto legislativo voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini.
«'Non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società'. Queste parole del nostro Presidente della Repubblica rappresentano un faro, un riferimento fondamentale e riempiono di orgoglio quanti credono che fare politica sia un servizio alle persone nel rispetto dei diritti fondamentali e dei valori della nostra costituzione repubblicana. L'amministrazione comunale che ho l'onore di guidare esprime un giudizio totalmente negativo sul Decreto Sicurezza, il quale viola palesemente i diritti fondamentali delle persone, contrasta con i principi costituzionali, segna un pericolosissimo regresso civile e culturale e porterà a un disastro umanitario e a una catastrofe dello spirito europeo».
Una posizione durissima, quella di Sergio Di Raimo, con le considerazioni che vanno anche oltre: «Ritengo inoltre che il substrato culturale che lo ha prodotto sia incontrovertibilmente in contrasto con lo spirito solidaristico e di accoglienza che caratterizza la nostra comunità cittadina, da sempre pronta ad accogliere ed integrare, considerando la diversità una ricchezza e rigettando in maniera netta ogni tentativo di inoculare i germi dell'intolleranza e del rifiuto verso l'altro e il diverso».
Poi l'altra riflessione: «La sicurezza è un diritto fondamentale, uno strumento indispensabile perché ognuno possa esplicitare in pienezza la propria esistenza. Tuttavia essa si persegue attraverso politiche attive di inclusione e di integrazione e non attraverso la creazione di sacche di emarginazione e di esclusione sociale, alimentando la clandestinità e l'illegalità mediante la cancellazione con un colpo di penna e solo sulla carta la presenza di quanti hanno lasciato i propri Paesi in cerca di una vita migliore, di sicurezza e rispetto dei propri diritti fondamentali e vivono accanto a noi, camminano per le nostre strade, i cui figli giocano con i nostri in assoluta serenità. Come sindaco sono quotidianamente impegnato a combattere nella trincea dei bisogni delle persone, molto spesso a mani nude, con una precarietà di risorse, una vera e propria insufficienza di mezzi. Incredibilmente chi ha responsabilità a livello di governo nazionale, anziché preoccuparsi di mettere noi sindaci in condizione di svolgere al meglio il nostro ruolo a servizio delle comunità che siamo chiamati a guidare, si occupa unicamente di alimentare risentimenti e taglia le risorse destinate alle fasce più deboli, mettendo i comuni nella pratica impossibilità di garantire i servizi alle persone. Tutto questo è inaccettabile».
Questa la conclusione: «Solleciterò gli uffici comunali competenti ad approfondire gli effetti giuridici del Decreto Sicurezza affinché sia possibile trovare soluzioni applicative costituzionalmente orientate e rispettose dei diritti fondamentali delle persone, avendo come orizzonte il governo ordinato del fenomeno migratorio e il contrasto del degrado sociale. Ritengo indispensabile un intervento forte e determinante dell'Anci e del presidente De Caro, sindaco di Bari, affinché tutti i sindaci italiani, sui quali ricade l'onere di dare applicazione a tale normativa che giudico profondamente sbagliata, sia indicata una linea unitaria di azione e di comportamento».