Perché il Comune di Latina sceglie di rilasciare un permesso a costruire per la trasformazione dell'attuale sede del Centro meccanografico in centro commerciale? Per dare seguito ad una richiesta privata giunta alla fase finale applicando norme tecniche frutto di vecchie scelte, così come è emerso dalle risposte dell'assessore all'urbanistica ieri all'interrogazione di Nicoletta Zuliani. Sono condivise dalla nuova amministrazione? Evidentemente sì ma tutto quello che ruota attorno a quella che dovrebbe essere una decisione conseguente ad un indirizzo politico (un piano del commercio da rivedere e da far dialogare con i piani particolareggiati, uno studio sulle reali abitudini commerciali della città, un'idea della città che si vuole modificare e realizzare) langue, per non dire che è assolutamente non pervenuta. E' la riflessione che sorge spontanea dopo aver ascoltato l'assessore Franco Castaldo ieri in question time. Castaldo ha svestito i panni dell'assessore e ha vestito quelli del tecnico, a lui più congeniali per la sua esperienza pregressa, per offrire una disamina in punta di norma e limitandosi a leggere la relazione tecnica allegata all'istruttoria dell'atto per spiegarne la conformità al Piano particolareggiato edilizio del comparto C2/A, quello del centro direzionale. Non una nota di più che spiegasse politicamente dove questa amministrazione voglia andare e che scelte voglia fare sull'urbanistica, tema caldo e attenzionato anche per la vicenda della variante in Q3. Qui si parla del permesso a costruire numero 5 del 2018 che vede il vecchio Centro Meccanografico oggetto di opere edilizie per la sostituzione di alcune volumetrie ed una edificazione integrativa pari ad una consistenza volumetrica di 70.000 metri cubi. A presentare istanza il 29 marzo 2018 era stata la società Unifim, «una richiesta – ha spiegato l'assessore – che rientra nell'edilizia speciale dove all'interno di questo capitolo sono previste come categorie quella direzionale di uffici e servizi e quella commerciale e di pubblico esercizio e svago».


Il progetto
Il progetto prevede la sostituzione di parte della volumetria presente al 2° piano del corpo centrale e l' integrazione edificatoria di questa volumetria al piano terra dello stesso fabbricato. Al pianterreno sono previsti due locali commerciali e tre locali di deposito: la superficie in ampliamento prevista è pari a 3.372 metri quadrati, mentre l'intera superficie del piano terra, oggetto di intervento è pari a 7.049 metri quadrati. Al secondo piano, eliminate le volumetrie traslate al pianterreno, è prevista la ristrutturazione di quelle rimanenti con la creazione di spazi aperti e coperti per attività di svago, con impianti per lo sport e il tempo libero. Ci sarà ancora l'accesso al lotto lungo viale Nervi con l'aggiunta di un ingresso principale lungo via Strasburgo e due accessi lungo viale Le Corbusier. «L'intera area sarà rimodellata – ha spiegato l'assessore Castaldo – e prevederemo parcheggi nella misura prevista dalle normative e di aree destinate a verde».


Edilizia e commercio
«Noi stiamo accogliendo la richiesta di una media struttura commerciale, ci serve? - ha obiettato la consigliera del Pd Zuliani - può portare realmente lavoro se si chiude da una parte e si apre dall'altra? Non è questo il modo per aumentare la produttività di un Comune, manca la visione, che cosa vogliamo da questa città? Deve diventare un mega centro commerciale? Dobbiamo dire alla città dove vogliamo far convergere i nostri sforzi». Per Zuliani ci si muove «su pressioni occasionali e soddisfando l'istanza singola, il diritto privato ma quando soddisferemo il diritto ad una visione collegiale della città che vogliamo?».