L'ultimo capitolo dello scontro interno alla maggioranza gialloverde che guida il Paese avviene sulla legge per l'acqua pubblica. Si tratta di un provvedimento firmato dalla grillina Federica Daga che ha quale obiettivo quello di cambiare la normativa sul servizio idrico attuando quanto previsto dal referendum del 2011, ossia il governo pubblico dell'acqua. Secondo i contenuti della proposta di legge della parlamentare Cinque Stelle tutto l'attuale servizio idrico dovrà passare nelle mani dello Stato con gestione affidata ad aziende speciali. 

La Lega, però, non sembra intenzionata a seguire questo indirizzo e ha emendato le parti più importanti della proposta di legge Daga. Gli emendamenti portano la firma della capogruppo della Lega in commissione Ambiente Elena Lucchini la quale, per prima cosa, vuole modificare l'impalcatura del provvedimento, togliendo le parole "governo pubblico dell'acqua" sostituendole con governo partecipativo. Che è cosa ben diversa. Altro punto di conflitto è quello della revoca delle concessioni (M5S propone un tetto di 10 anni, la Lega vuole estenderlo a 30 anni).  

M5S vuole che tutto sia nelle mani degli enti pubblici, gestione e controllo. Mentre la Lega punta a lasciare ai vari enti di governo territoriale la facoltà di scegliere tra società di capitali, società a capitale misto o gestione in house. La Lega è inoltre contraria al fondo per la ripubblicizzazione che viene invece chiesto dal Movimento 5 Stelle nella proposta di legge. Questo ultimo punto appare dirimente: il fondo serve infatti per quegli enti locali (prendiamo l'esempio della provincia di Latina) che vogliono togliere la concessione all'attuale gestore. Per farlo, bisogna spendere non pochi denari. Pagare le quote ai privati ma anche l'indennizzo sostanzioso per la chiusura anticipata del contratto di servizio. Secondo stime realizzate dal Laboratorio servizi pubblici di Ref ricerche, in Italia andrebbe prevista una spesa di 16 miliardi di euro se fosse applicata la proposta di legge del Movimento 5 Stelle. In sostanza, una manovra economica. 

La riforma del servizio idrico è parte del Contratto di Governo, anzi era tra i primi punti. Ma appare evidente che bisognerà attendere un chiarimento tra i leader dei due partiti di Governo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, perché su questa legge la distanza tra i due partiti è abissale. 

I sindaci dell'Atto 4 di Latina stanno tra l'altro attendendo proprio gli effetti di questa proposta di legge, per capire come muoversi. Se infatti il Governo dovesse mettere in campo questa riforma del servizio idrico, è evidente che l'uscita dall'era Acqualatina sarebbe molto più facile, avendo una copertura normativa nazionale.