Nella tarda serata di oggi si saprà il nome di chi tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti, sarà il nuovo segretario nazionale del Partito Democratico. Sono 560 i seggi nel Lazio, aperti dalle 8 alle 20, dove si potrà votare attraverso una macchina organizzativa coordinata dal Pd regionale d'intesa col Nazareno e con l'impegno delle Federazioni provinciali.
CHI PUO' VOTARE
Le primarie sono ‘aperte', il che significa che la base elettorale non è limitata agli iscritti del partito. Possono infatti tutti coloro che, al momento del voto, «dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del Partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate nell'Albo pubblico delle elettrici e degli elettori». C'è però un distinguo da fare per i politici: come da delibera 66 del Congresso Pd del 27 febbraio 2019 «non possono votare alle primarie gli eletti in liste civiche contrapposte al Pd e che tali sono rimaste». Alla luce di questa norma è evidente che l'appoggio espresso nell'appello a votare Zingaretti da parte di mezza giunta di Lbc (Ciccarelli, Proietti, Ranieri, Castaldo e Di Francia) e di due consiglieri comunali, Chiara Grenga e Valeria Campagna, per ora resta solo sulla carta, perché Lbc ha seguito una sorte distinta alle ultime comunali e fuor dall'appoggio a parole alla candidatura di Zingaretti alle regionali, non ha mai stretto accordi con il Pd, una scelta confermata anche alle provinciali del 2018. Si appellano al voto, insomma, ma loro non potranno votare.
LA CRISI D'IDENTITA' DI LBC
Al di là dell'aspetto formale, però, colpisce la crisi d'identità politica che sta vivendo la civica di governo nel capoluogo. Mentre il sindaco Coletta da vicepresidente nazionale di Italia in Comune tira la volata a questo movimento in vista delle Europee, sponsorizzando incontri ufficiali anche a Latina (l'ultimo la scorsa settimana), più della metà della sua giunta e alcuni consiglieri firmano l'appello al voto per far eleggere il segretario di un altro partito, partito che, oltretutto, è all'opposizione in consiglio comunale. Non si tratta di una elezione stavolta, come nel caso delle Regionali, ma di qualcosa di più incisivo sotto il profilo politico: dell'invito a votare il segretario di un partito, sottoscrivendo in quel modo un manifesto di valori, idee, politica che non sono le tue. E' stata una scelta condivisa con la base e il movimento? Difficile dirlo, ma è facile intuire che non sia facile il momento che il segretario di Lbc Francesco Giri deve gestire. E la vera incognita è sul futuro: cosa diventerà Lbc se Zingaretti assumerà il ruolo di segretario nazionale del Pd? E come si porrà il sindaco e Italia in Comune nei confronti di quel Pd criticato pubblicamente anche nell'ultimo incontro a Latina? La civica che metteva insieme destra e sinistra si limiterà, dopo aver gettato il sasso, a nascondere la mano e a far finta di nulla? Improbabile poterlo fare dopo scelte di campo così dichiarate, pur sotto l'egida rassicurante del «campo progressista». L'ora di un dialogo comune tra Pd e Lbc fuori dalle ipocrisie è tracciata, anche su base locale.