Tre anni di accuse, veleni, critiche. Tre anni di opposizione a tratti intransigente verso l'amministrazione comunale "civica" guidata da Damiano Coletta. Il Partito democratico, in ogni sua componente, non ha lesinato critiche all'indirizzo dell'amministrazione di Latina. Ma ora tutto sarà accantonato, tutto dimenticato. Un reset completo. Settembre è il mese dell'accordo ed esponenti del Partito democratico avranno spazio all'interno della giunta e i suoi consiglieri entreranno a far parte della maggioranza che guida Latina. Un accordo a cui manca solo il crisma dell'ufficialità ma che da entrambe le parti danno come ormai fatto.
Ieri il sindaco Damiano Coletta, dalle colonne di Latina Oggi, ha detto che lui dialoga con tutti, che è aperto al confronto e che bisogna in tutti i modi fermare il ritorno di chi per 20 anni ha guidato Latina (il centrodestra) e ha fatto danni attraverso quello che Coletta chiama il "sistema Latina". Insomma, par di capire che la necessità di stare insieme sia legata più alla scadenza del 2021, quando si voterà per le comunali, che ad una urgenza immediata "per il bene della città". Il concetto di creare un argine al centrodestra lo ha espresso in modo chiaro anche il segretario comunale del Pd Alessandro Cozzolino nei giorni scorsi, sempre parlando con Latina Oggi. Insomma, la base per l'intesa sembra essere quella di creare un fronte contro Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia e farlo subito serve al Pd per far digerire al proprio elettorato la scelta di sostenere nel 2021 Damiano Coletta sindaco. Sì perché sarebbe davvero incomprensibile un ingresso dei dem oggi in maggioranza e una loro proposta alternativa al sindaco uscente tra meno di 24 mesi.
Ma sostenere Coletta oggi significa accettare tutto quello che Coletta ha fatto fino a oggi. Nella sua intervista il primo cittadino non mostra titubanze, anzi ribadisce la convinzione di aver lavorato bene e insiste sul fatto che la città sta rialzando la testa, sta ritrovando la via della legalità. Dal suo punto di vista è certamente un ragionamento legittimo. Ma il Pd la pensa allo stesso modo? Alcuni mesi fa, quando Coletta incontrò Carla Amici, il Pd con Moscardelli, Cozzolino e Enrico Forte diede alle stampe una nota durissima, confermando come il partito fosse all'opposizione di Coletta e Lbc. Alcune settimane dopo alcuni dei firmatari di quella nota erano al tavolo del confronto coi parigrado di Lbc. Cosa è cambiato nel mezzo? Non si è francamente compreso. Il Pd ha avversato in questi tre anni tutte le scelte di Lbc. Critiche verso l'azienda speciale Abc, ad esempio. Il Pd è sempre stato favorevole all'esternalizzazione del servizio. Quando ha cambiato idea? I Dem, con in testa la pasionaria Nicoletta Zuliani, hanno contestato sempre il ruolo e il peso eccessivi di Rosa Iovinella, segretario generale, direttore generale e responsabile dell'anticorruzione. Il Pd chiederà la testa di Rosa Iovinella a Coletta o chinerà la testa di fronte alla potente segretario-direttore generale? Nel marzo scorso, sempre Zuliani, dichiarava: «Siamo in opposizione e molto critici nei confronti dell'operato di chi ha forzato le norme e creato ABC con una frettolosità da incoscienti. La politica sull'urbanistica di Coletta è tutta sbagliata e abbiamo puntato il dito sulle varianti in odore di illegittimità con tanto di indagini dei magistrati presentando anche osservazioni». E ancora: «A Latina le cose stanno così: la maggioranza dei cittadini che hanno votato Coletta si sono pentiti di averlo votato, tanto che tre consiglieri Lbc sono usciti dal gruppo Lbc e sono confluiti nel gruppo misto. Non credo proprio che salire sulla barca piena di falle della maggioranza a due anni dalla fine del mandato, sia la scelta migliore per riproporsi ai cittadini e chiedere la fiducia alle prossime elezioni». Parole e pensieri di quanto le porte di Lbc erano sbarrate. Ma è bastato che Coletta aprisse uno spiraglio e il Pd ha messo lì il piede per fare il proprio ingresso, pronto a dimenticare tutto il passato. L'unica vera cosa che il Pd sta chiedendo a Lbc è la delega all'urbanistica, con un cambio di marcia serio in materia. In pratica il core business dell'amministrazione.
Del resto se il segretario nazionale Nicola Zingaretti accetta Giuseppe Conte come premier del futuro Governo con M5S, di fatto condonando i 14 mesi precedenti quando in maggioranza a sostegno di Conte c'era la Lega, il Pd di Latina può anche rinnegare se stesso e sostenere Damiano Coletta oggi e nel 2021. Il fatto che i più felici di questa scelta siano gli esponenti del centrodestra, dovrebbe far riflettere.