Alle consultazioni in corso tra il premier incaricato Giuseppe Conte ed i partiti, la Lega ha inviato una delegazione formata dai deputati Lucia Borgonzoni e Claudio Durigon. L'ormai ex sottosegretario pontino al Lavoro. All'uscita dall'incontro sono emersi importanti novità che caratterizzeranno di certo l'agenda politica nelle prossime settimane. In primo luogo i presidenti di commissione della Lega non intendono dimettersi con il cambio di maggioranza. E poi il premier incaricato non ha dato garanzie alla Lega sui provvedimenti varati dal precedente governo. Insomma, le politiche dell'immigrazione ma anche riforme come quota 100 sono a rischio. 

"Speriamo i voti in Aula per la compagine di governo non si trovino, per ridare parola ai cittadini". "E' un appello alla coscienza dei senatori e dei deputati di non votare questo mercificio". Lo hanno affermato i rappresentanti della Lega Lucia Borgonzoni e Claudio Durigon, al termine dell'incontro con il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte. Sulle presidenze di commissione, porta sbarrata. "Non si rivotano i presidenti di Senato e Camera, e per le commissioni vale lo stesso discorso di Fico e Casellati: i presidenti sono stati votati e rimarranno a fare i presidenti di commissione. Io all'epoca ho votato Fico, quindi...".

Conferma poi per la manifestazione di piazza contro il Governo. "Gia' il 15 settembre abbiamo una manifestazione importantissima a Pontida, poi il 19 ottobre saremo a Roma. Ci auspichiamo che ce ne saranno molte, non solo di Fdi ma anche di altri liberi pensatori che lasceranno il Pd per questa situazione", ha chiarito Durigon.

E i provvedimenti bandiera del precedente Governo? "Non siamo riusciti a capire quali saranno le intenzioni del presidente sulla questione dell'immigrazione, su quota 100, su altri provvedimenti come l'autonomia. Il presidente ha detto che difenderà quelli che sono stati i provvedimenti fatti, però è pronto a sedersi intorno ad un tavolo e a sentire su molti di questi quali possano essere le modifiche, non ha voluto dire se queste modifiche verranno accettate o non accettate. Era fondamentale capire cosa farà un nuovo governo se riuscirà a trovare i voti, ma non ci siamo riusciti", hanno detto Bergonzoni e Durigon. "Abbiamo fatto una discussione più basata sul passato -hanno aggiunto- e poco sul futuro. Il presidente poteva benissimo dire non toccheremo quota cento, non toccheremo i provvedimenti sulla sicurezza, ma non lo ha voluto fare e questo ci dispiace. Volevamo avere la rassicurazione che non verranno toccati assolutamente questi provvedimenti che sono il lavoro di tanti mesi assieme, spesso anche duro, un no netto non c'è stato".