"Le audizioni sulla Legge di Bilancio hanno dimostrato che la manovra non piace a nessuno, né alle parti sociali, né alle imprese né ai sindacati, tantomeno alla maggioranza che continua ad apportare modifiche sulla scia delle quotidiane polemiche" Lo ha dichiarato il senatore di Fratelli d'Italia, Nicola Calandrini, capogruppo in Commissione Bilancio nel corso del suo intervento.

"È una legge di Bilancio che non traccia un disegno di politica economica capace di invertire la tendenza negativa, non dà fiducia né agli imprenditori né ai potenziali investitori esteri, anzi riesce persino a sortire l'effetto opposto. L'impostazione generale della manovra, insieme al decreto fiscale, scoraggia le imprese e frena i consumi. Plastic tax, sugar tax, tasse sul tabacco e sulle auto aziendali agiranno in modo analogo all'aumento dell'Iva, che era ciò che si voleva evitare. Su partite Iva, artigiani e commercianti si abbatte un forte pregiudizio ideologico: niente agevolazioni per loro, perché secondo il governo sono ‘potenziali evasori'.
La sensazione che ne consegue è che queste categorie siano vittime di una persecuzione e vivano in uno stato di polizia. Va in questa direzione anche la scelta di scoraggiare i pagamenti in contanti per favorire quelli elettronici, una misura questa che secondo l'Ufficio Bilancio del Senato potrebbe non contrastare l'evasione ma, al contrario, incoraggiarne forme diverse. Sul fronte del costo del lavoro la promessa di ridurre il cuneo fiscale si limita a un investimento che richiederà ulteriori provvedimenti attuativi e che, pertanto, può dirsi sospeso. Per quanto riguarda il taglio alla spesa pubblica, la manovra si limita a impedire ai ministeri di spendere più di quanto fatto nell'anno precedente, senza prevedere riforme strutturali.
Ci saremmo aspettati più coraggio e una visione più orientata sul lungo periodo. La verità è che questa legge di Bilancio poteva essere fatta meglio e in modo diverso. Ma il Governo ha deciso di mantenere il reddito di cittadinanza che costa 7 miliardi, il bonus cultura ai 18enni ed altre mance simili, che potevano essere eliminate, recuperando così somme da destinare a politiche concrete di sostegno a lavoratori e imprese per rilanciare l'economia italiana. Tutto questo non si è fatto e allora ci dovremmo accontentare di quella che è stata già definita ‘manovra di galleggiamento'".