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Il fatto

Movida fuori legge, la proroga dell’orario chiesta dopo i controlli

Le Crocette di notte diventava discoteca, senza autorizzazione

Movida fuori legge, la proroga dell’orario chiesta dopo i controlli

All’esito di tre controlli in occasione di diverse serate, carabinieri forestali del Nipaaf e Polizia Locale di San Felice Circeo avevano documentato l’attività svolta illecitamente dal gestore del locale Le Crocette, sul monte Circeo, perché di notte si trasformava in discoteca, ma senza la necessaria autorizzazione, oltretutto all’interno della zona tutelata dal Parco Nazionale, con il bosco attorno. A fronte di una licenza per la somministrazione di alimenti e bevande, Le Crocette aveva ottenuto il permesso per l’intrattenimento musicale, comunque vincolato all’esercizio principale, come accompagnamento per la consumazione di alimenti e bevande. Secondo l’ordinanza comunale di inizio esatte potevano protrarre l’intrattenimento musicale fino alle ore 2, ma in occasione di tre diversi controlli effettuati il 27 luglio, il 2 e il 3 agosto, è stato accertato che invece l’attività si protraeva fino a tarda notte, la prima volta fino alle ore 4:16 poi fino alle 3 e infine alle 3:50. Ma soprattutto le forze di polizia hanno appurato che l’attività si trasformava in discoteca, ma in assenza dell’autorizzazione prevista dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, ovvero in assenza di una specifica licenza rilasciata al termine della valutazione da parte della commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli. Anzi, il gestore aveva ottenuto, con ordinanza sindacale, la proroga dell’orario per l’intrattenimento musicale fino alle ore 3, ma il permesso concesso dal Comune era vincolato a due eventi ben precisi, quello in programma ieri notte e l’altro sabato prossimo. In ogni caso la richiesta di proroga dell’orario era stata depositata in Comune il 4 agosto, ovvero dopo i tre controlli che hanno fatto emergere irregolarità nella gestione del locale. Insomma, era un tentativo di regolarizzare la posizione, che non è bastato per evitare il sequestro disposto dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, nell’ambito dell’inchiesta a carico del gestore del locale per il reato di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento, perché le modalità di gestione del locale andavano ben oltre la licenza di somministrazione di alimenti e bevande, trasformandolo in un luogo per la movida.

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