Una norma di prg indefinita ed incerta che include tra i servizi generali anche il commerciale e i suoi rapporti con il piano del commercio, previsioni urbanistiche di 40 anni fa superate e che meriterebbero un aggiornamento reale ed invece fluttuano nel limbo degli anni che passano, brandite solo in occasione delle richieste di privati a cui dare seguito. Ieri nella commissione urbanistica presieduta da Celina Mattei si dovevano discutere due progetti, per i quali il Suap aveva chiesto espresso parere dell'organismo consiliare. Il primo, quello sui cui si è innestato un lungo dibattito, era un permesso a costruire per un edificio in via Piave che riguarda un terreno ricadente in un'area destinata a servizi generali interquartiere in cui sarebbero inclusi anche i servizi commerciali.

Nel comprensorio è prevista un'area di 11.300 mq da prg con la destinazione a servizi generali e la possibilità per il Comune di ipotizzare degli usi futuri. Per questa ragione la presidente Mattei ha portato, su richiesta del Suap, il caso in commissione, scelta consentita ma sicuramente irrituale e fatta notare dai consiglieri di opposizione Carnevale, Calvi e Miele. E' il solito balletto per spalmare responsabilità con richieste di parere di commissioni quando l'atto non è di competenza del Consiglio? Si sono affrettati a spiegare che non è così sia il tecnico Stefano Gargano del Suap sia l'assessore all'urbanistica Franco Castaldo. La spiegazioni di questo parere chiesto alla commissione su una norma tecnica di prg relativa al comprensorio R5 è che dai documenti intercorsi tra ufficio Suap e servizio Governo del territorio è emerso che il Comune nel 1978 aveva previsto, per un'area vicina la realizzazione del liceo musicale perché "sull'estremo lato est si consentirà l'edificabilità per quel servizio di carattere generale che l'amministrazione vorrà decidere. Una destinazione suggerita è la sede del liceo musicale".

Per Castaldo una previsione forse "superata", visto l'attuale corso di studi del liceo magistrale Manzoni con indirizzo musicale, e che pone oggi nuovi interrogativi sull'indirizzo che la politica vorrà dare. L'impasse nasce anche per un'altra ragione: il privato ha presentato un progetto redatto dall'architetto Angelo Polizzi che prevede due strutture commerciali di media grandezza ("non sono centri commerciali" - hanno ribadito), uffici ed un laboratorio musicale, ma nella relazione di piano si fa riferimento ad una minima porzione destinata ad «attrezzature sociali», sotto le quali potrebbero ricadere attività sportive e ricreative di vario genere. «Il permesso a costruire deve essere conforme - ha spiegato l'architetto Campione - alla pianificazione».

La commissione ha deciso di prendere tempo per un ulteriore approfondimento ed aggiornarsi tra una decina di giorni. Quello che però è balzato agli occhi è l'ennesima richiesta puntuale che fa fare all'amministrazione comunale una procedura a rovescio: invece di predisporre una pianificazione generale aggiornata che superi le previsioni di 40 anni fa e regga l'aggiornamento e la sovrapposizione di nuovi strumenti, si procede partendo dalla richiesta singola concedendo permessi a costruire sulla base di vecchi lavori e studi, con tutti i problemi connessi del caso. La città che si sta disegnando oggi è frutto di una pianificazione stantia che non tiene conto di come si è sviluppata la città, come ha fatto notare Massimiliano Carnevale: «Abbiamo piani ancora bloccati e le iniziative private ferme». «Non lo accetto – ha detto Castaldo – stiamo procedendo con la ripresa delle pianificazioni che erano in itinere, Grappa, Sabotino, Carso e poi ci sono piani vigenti ancorché scaduti, sui cui operare».