Scuola
21.09.2025 - 17:21
Sviene in classe ma i soccorsi vengono attivati solo venti muniti dopo su sollecito dei compagni grazie all’intervento dei collaboratori scolastici. La storia arriva dall’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore di Sezze e riguarda una ragazza del quinto anno.
Un fatto che per fortuna si è risolto senza conseguenze ma su cui la madre della studentessa in questione vuole fare piena luce. Tanto da essersi rivolta all’avvocato Rina Gandolfi, che ha scritto una pec all’indirizzo della Dirigente Scolastica per chiedere spiegazioni. Proprio da alcuni passi della lettera si apprende: «Il giorno 16/9/2025 durante la quarta ora di lezione, alle ore 11.45 circa, l’alunna accusava un forte malessere, tanto da svenire e perdere completamente conoscenza. La ragazza nonostante rimanesse in stato di incoscienza per circa 10/15 minuti, non solo non riceveva alcun supporto dalla predetta insegnante, ma quest’ultima continuava a rimanere alla postazione della Lim, continuando la sua lezione. I ragazzi fortemente turbati dalla condotta tenuta dalla professoressa, con le loro rimostranze invitavano la stessa a chiamare gli aiuti del caso, in particolare a chiamare i collaboratori scolastici, i quali intervenuti con la ragazza ancora priva di sensi, chiamavano a loro volta l’ambulanza». A lasciare attoniti è la descrizione successiva: «Durante questa fase concitata e drammatica degli eventi, le compagne di classe le erano vicine cercando di farla riprendere, nel mentre ancora la professoressa, invece di prestare soccorso anche lei ed avvicinarsi alla ragazza, rimaneva pressoché indifferente, secondo uno scenario surreale e difficile da immaginare». E ancora: «dinanzi alla pressante richiesta di chiamare i familiari della ragazza, intimava alle compagne di non poterlo fare in quanto il cellulare “è vietato in classe” precisando che laddove, le compagne appunto avessero chiamato la madre, si sarebbero prese la responsabilità di questa chiamata non consentita».
È lo stesso avvocato Gandolfi a specificare, a fronte della circolare ministeriale sull’uso dei telefonini a scuola: «l’insegnante evidentemente sottovalutando lo stato di emergenza in corso, ha addirittura richiamato il divieto dell’uso ordinario del cellulare, ignorando che nei casi di necessità, non solo può essere usato, ma deve essere usato, rappresentando lo stato di necessità una eccezione». L’episodio ha scosso la classe mentre la ragazza che si è sentita male lamenta che nessuno dalla scuola si è fatto sentire e si riserva di sporgere denuncia.
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