Verso Milano-Cortina
27.10.2025 - 11:00
Giovanni Malagò
"Conta di più il numero delle medaglie o la qualità delle medaglie? Meglio dieci soltanto d'oro che venticinque senza ori. Dobbiamo comunque vincerne almeno 18, una in più rispetto alle ultime Olimpiadi". Lo ha detto Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, intervenendo in videocollegamento all'evento organizzato da Il Giornale alla Fondazione Feltrinelli, "Milano - 100 giorni a Milano-Cortina. Il racconto dei Giochi". Malagò ha poi riflettuto sulle sfide che attendono il Paese in vista dei Giochi: "Nella storia dei grandi eventi sportivi la nazione ospitante ha sempre due obiettivi: organizzare i Giochi al meglio sotto ogni punto di vista e, parallelamente, ottenere risultati sportivi all'altezza". "Ci sono stati casi come i Mondiali di calcio in Italia del 1990 - ha ricordato -: fu fatto un lavoro straordinario, ma la sconfitta in semifinale a Napoli lasciò un retrogusto amaro che in parte offuscò anche l'organizzazione". Per quanto riguarda la presenza di atleti russi, Malagò ha ricordato che "il Cio ha trovato un compromesso che consente agli atleti russi e bielorussi di partecipare a livello individuale, ma non con la divisa né con l'inno russo, e non se fanno parte delle forze armate o di un team nazionale. Poi sta alle singole federazioni decidere". "C'è una linea dell'esecutivo e deve essere coerente - ha aggiunto -. La Russia ha cominciato la guerra esattamente il giorno della cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi di Pechino, e quando accadde fu un terremoto perché uno dei capisaldi del movimento olimpico è la tregua olimpica". Quanto alla prospettiva dei Giochi in tempo di guerra, Malagò ha concluso: "La speranza è l'ultima a morire, ci può sempre essere un 'fermiamoci' per i Giochi olimpici e paralimpici".
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