L'intervista
28.11.2024 - 13:30
Quarta stagione in corso, una fascia da capitano al braccio e tante responsabilità nei confronti di una piazza che, quantomeno, esige rispetto. Lorenzo Di Livio sa di poter essere un valore aggiunto per il Latina Calcio 1932, ma in questo disastroso girone di andata è finito anche lui nel calderone dell’insufficienza.
Quello che stiamo vedendo non è certo il miglior Di Livio. C’è un perché di fondo?
«Sicuramente non sto rendendo come negli anni passati, penso che sia una questione prettamente mentale. Le cose non stanno andando bene, è inutile che ci nascondiamo. C’è tanto da lavorare e, personalmente, mi sono fatto un profondo esame di coscienza: so che posso e devo dare di più per questa squadra, come tutto il resto del gruppo. Non è più una questione individuale, soltanto i risultati possono fare la differenza e noi, tutti insieme, dobbiamo essere bravi a ribaltare lo stato attuale delle cose».
Quanto pesa in un momento come questo la fascia di capitano che porti al braccio?
«Mi sento responsabile di quanto sta accadendo, ma sarebbe stata la stessa cosa anche se non avessi avuto al braccio la fascia di capitano. Mi sono già trovato in situazioni di questo genere, vi dico che la responsabilità è di tutti, mia in primis».
Boscaglia, sabato scorso, ha dichiarato che la sconfitta contro il Crotone vi ha tolto un po’ di certezze. Come si esce fuori da questa situazione?
«Tornando alla vittoria, ritrovando fiducia ed entusiasmo. Quando perdi due volte di fila 4-0, moralmente vai sotto un treno. E’ in questi momenti che si vede chi ha veramente qualcosa dentro. Facile fare i ‘belli’ quando le cose girano per il verso giusto, quando si vince e la classifica ti gratifica. Più difficile, come ora, quando il pallone ‘brucia’ di più, ma è propri in questi momenti che abbiamo l’obbligo di tirare fuori gli attributi».
Ci avviciniamo alla sfida di sabato con il Picerno. Com’è stata questa settimana di lavoro?
«Piena di esami di coscienza. Dobbiamo chiedere scusa, perché abbiamo fatto due prestazioni di fila inguardabili e, personalmente parlando, nemmeno io sono riuscito a dare una mano, anzi ho fatto peggio degli altri. Ripartiamo dal lavoro, sapendo che la prestazione conta di meno. Davanti a noi, prima della fine del girone di andata, abbiamo tre partite dalle quale tirare fuori il massimo e dobbiamo riuscire in questo intento».
Sabato al “Francioni” la sfida con il Picerno.
«Una partita che andrà affrontata da squadra vera, soffrendo e aiutandoci tutti insieme. Soltanto in questo modo si può venire a capo di una partita molto difficile».
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