06.04.2024 - 14:49
Con l'ultimo romanzo ‘Chi dice e chi tace' ambientato nel suo paese natio di Scauri, la scrittrice Chiara Valerio è entrata tra i dodici finalisti della 78ma edizione del Premio Strega, annunciati ieri nella suggestiva Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano a Roma da Melania Mazzucco, vincitrice del più importante premio letterario nazionale nel 2003 con ‘Vita' e attuale Presidente del Comitato Direttivo che ha selezionato la dozzina.
Il libro, un giallo di provincia, descrive la vicenda di Vittoria, donna distaccata e affabile che negli anni ‘70 si trasferisce a Scauri e che verrà poi trovata morta nella vasca da bagno. Nulla da fare invece per ‘Nostra signora delle nuvole' di Mirko Zilahy, l'autore che dall'età di 7 fino a 20 anni ha vissuto a Latina. Al termine della cerimonia abbiamo avvicinato Melania Mazzucco: «Un faticosissimo lavoro della Giuria che ha cercato di cogliere alcuni fili dominanti nelle tendenze della scrittura contemporanea. Molti romanzi usano la provincia come ambiente, questo è il caso di Chiara Valerio che ritorna ad ambientare una storia nel paese di Scauri da cui proviene, raccontando ciò che non si vede e dove le persone si accorgono di vivere senza alla fine conoscersi. Il suo è apparentemente un giallo lieve, pretesto con il quale viene raccontata una società».
Lei ha ancora saldi legami con Minturno, il paese di suo nonno descritto in ‘Vita'?
«Assolutamente sì. In occasione delle giornate del Fai di Gaeta a primavera sono stata recentemente al cimitero militare di Minturno, luogo che consiglio a tutti di vedere e a me molto caro. Quando scrissi ‘Vita' ho voluto raccontare anche il passaggio della guerra in questi territori, lasciando in qualche caso un lutto per persone, paesaggi, campi e case perdute, una spinta all'emigrazione. Su questa terra sono morti migliaia di giovani provenienti dalla Scozia, Irlanda, non sapendo neanche perché erano capitati in Italia, dislocati nei teatri di guerra. Hanno dato la vita per noi, mentre gli italiani aspettavano di essere liberati. Un sacrificio che va ricordato e incrociato al nostro, quindi con il Fai ho letto alcune parti meno ‘popolari' del mio romanzo, molte pagine sulla storia del '44, quando il figlio di Vita, emigrato in America, partecipò alla II Guerra Mondiale come capitano della V Armata, trovandosi poi a camminare sulle macerie del suo paese scoprendo che non vi era ritorno perché era stato distrutto. Io stessa, la prima volta arrivata a Tufo di Minturno, da dove discendono i Mazzucco, scoprii questo spiazzo meraviglioso che affaccia sul Tirreno con una stele che riporta i nomi dei caduti civili. Oggi, in un'epoca in cui ci sono dei paesi bombardati e massacrati, dove i civili non sanno dove andare per nascondersi e scappare, come gli ucraini ed i palestinesi, credo che visitare questo cimitero militare di Minturno e far capire che cos'è una guerra sia stato particolarmente giusto».
La provincia di Latina intanto torna a sperare di poter avere un altro Premio Strega. La rosa dei cinque finalisti si conoscerà soltanto il 5 giugno.
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