Il ricordo
07.03.2025 - 21:42
«Bellissima. Era bellissima».
Anno 1974, Latina. Eleonora Giorgi arriva al Supercinema e si lascia fotografare accanto al manifesto del film appena proiettato. “Eccezionale prima nazionale”, annunciano i volantini.
Il regista di ‘Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno’ è Luciano Salce, e anche lui è atteso insieme agli altri attori Lila Kdrova e Paolo Villaggio nella parte del “Maschio represso nel labirinto del sesso”. Non verranno, ma la presenza di Eleonora sarà luminosa.
Sono le ore 22, unica visione. Gli sguardi sono rivolti verso l’attrice, allora ai suoi primi film.
«Che fascino!».
A parlarcene è Carlo Montefusco. È piacevole ascoltare il racconto di quel giorno. La scomparsa dell’attrice che con il sorriso e un coraggio incredibile ha trascorso gli ultimi mesi di vita combattendo contro un tumore che non le ha lasciato scampo, lo ha colpito molto. E nell’agendina che contiene la memoria di un passato vissuto con entusiasmo, ha ritrovato proprio il volantino di quel 22 agosto di tanti anni fa.
Personaggio ben noto a Latina dove ha operato una vita nel campo dell’informazione e della musica, da giovanissimo Carlo Montefusco ha avuto una passione incontenibile per il mondo della settima arte.
«Avevo solo 13 anni o 14 anni quando cominciai a vendere i gelati al cinema Moderno dell’Oratorio San Marco con Sor Vincenzo, ma soltanto durante il primo spettacolo che era poi quello dei bambini. Iniziai così ad andare alla cabina di proiezione e a prendere le pubblicità che si vedevano durante l’intervallo. Dal Moderno passo dopo passo sono finito al Supercinema».
Siamo nel 1972. Pietro Leoni ne è il proprietario. Sono suoi anche il cinema Corso e due cinema a Nettuno e Anzio.
«Cominciai a lavorare - continua Montefusco - e contemporaneamente studiavo. Lo facevo un po’ per guadagnare e un po’ perché mi piaceva molto proiettare le pellicole. Latina poi era considerata una piazza speciale e veniva scelta per molte anteprime. Accadeva infatti che per questioni legate al comune senso del pudore, alcune pellicole considerate poco adatte venissero sequestrate. I film in questione dovevano essere poi visionati dal Tribunale delle città in cui erano proiettati per la prima volta, e quello di Latina era considerato un Tribunale piuttosto accondiscendente. Nel caso del film di Luciano Salce, Pietro Leoni non so come fosse riuscito ad ottenere l’anteprima. Era comunque un film importante, per cast e regia».
Ma Salce, Kadrova e Villaggio non vennero...
«No, ma arrivò Eleonora Giorgi: bionda, occhi azzurri, sorridente. Non ricordo molto bene il film, ma lei sì. Indimenticabile! Il manifesto prendeva tutta la parete, vicino alla cassa. Appena entrò, il proprietario donò ad Eleonora un grande mazzo di fiori, e lei si mise in posa di fronte a questo enorme manifesto. Conservo il volantino di quel giorno gelosamente, come conservo quello di ‘Yuppi du?’».
Carlo Montefusco ha lavorato come proiezionista fino al 1976, poi nel ‘77 è partito per il servizio di leva. Dopo il car ad Albenga venne mandato a Cecchignola e da lì ad Aviano dove accade qualcosa.
«Un giorno leggo in bacheca che serviva un operatore cinematografico per il cinema della caserma, e così continuai il servizio di leva proiettando film fino al congedo. Quando tornai, mi resi conto che il cinema non poteva più essere il mio mestiere. Fu allora che un altro amore bussò al mio cuore, complici Musica Radio e poi la Casa del Disco creata e aperta da Danilo Carpanese nel 1966. Ho iniziato a lavorare con Danilo, era il 1986 quando ci spostammo in via Carlo Alberto ed io ero ancora lì. Danilo nel ‘90 aprì anche la seconda sede al Morbella. Nel ‘97 però le cose cambiarono, iniziava la crisi dei dischi. Danilo decise di vendere la sede di via Carlo Alberto. La prendemmo io e Lallo nel ‘98, e fino al 1999 ci furono incassi importanti poi nel 2000, quando iniziarono ad uscire i dischetti masterizzatori sul pc a due soldi, è stato il crollo, non prima però di avere organizzato un evento molto bello. Era il 2001, Tiziano Ferro presentava da noi XDono, ricordo che vennero anche le Iene perchè il disco era al centro di una polemica, si diceva che la base fosse stata copiata. Il servizio alla fine andò in onda ma con toni molto più soft, e intanto noi avevamo organizzato il prima firmacopie di Latina».
Carlo oggi continua ad amare la musica ma anche il cinema.
«In fondo è stata la mia prima grande passione. Non è un caso che negli studi di Musica Radio, una delle figure storiche dell’emittente, l’amico Mario Di Lemmo, mi aveva attribuito un divertente nomignolo. E da allora c’è ancora chi mi chiama ‘Super 8’».
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