Con lâalienazione dei terreni gravati da uso civico si fanno pasticci. Ritirato allâultimo momento un punto da discutere nella commissione urbanistica relativo allâalienazione di un terreno in via San Francesco nuovo, in unâarea di pregio. Circa 6 mila euro la valutazione del perito, che avrebbe consentito il riscatto dellâappezzamento al privato. Nessun dettaglio sui motivi del ritiro, ma di nuovo si tratta di un terreno con sopra un immobile. A fare rumore, lâopposizione, stavolta rappresentata dai capigruppo Alessandro Di Tommaso (Pd), Davide Di Leo (lista Corradini) e Augusto Basile (misto).
Una la questione: definire se lâimmobile è abusivo oppure no. Secondo la proposta di alienazione, il manufatto è anteriore al 1967, dunque non soggetto a sanatoria. Ma - sorpresa - a un controllo fatto sulle cartografie aeree da Di Tommaso, su una mappa del 1968 lâimmobile non câera. Mistero. Chi ha commesso lâerrore? Peraltro, ha aggiunto il consigliere Di Leo, la regola che per i manufatti realizzati prima del 1967 non câè bisogno di sanatoria vale per le aree rurali, non per quelli costruiti nei centri urbani.
Con le alienazioni di terreni di uso civico, pare insomma che gli uffici facciano confusione. Unâaltra alienazione era stata ritirata in Consiglio comunale nelle scorse settimane, ancora per una contestazione dellâopposizione. In quel caso si trattava di unâarea gravata da uso civico a due passi dal mare con unâimmobile da sanare, dunque inalienabile sino allâottenimento dei pareri. Che non câerano. Anche lì non è chiaro quali atti siano stati licenziati dagli uffici, fatto sta che i documenti erano finiti fino in Consiglio comunale come buoni, salvo poi dover ritirare tutto. Andò su tutte le furie anche la maggioranza.
Destino diverso invece per la prima alienazione del Procaccini bis, a Calcatore, avvenuta diverse settimane fa. Lì, tra il caos di perizie (la prima di 19 mila euro, la seconda di 10 mila) e unâimmobile abusivo sanato nel 2002 senza alienare il terreno, si era gridato di nuovo al pasticcio. Ma la maggioranza votò a favore. Il punto è, dicono dalla minoranza, che senza un piano delle alienazioni, la valutazione del valore delle aree e perizie univoche e indubitabili, si rischia di procedere tentoni, tra errori, dietrofront e, non ultimo, la svendita di terreni al miglior offerente. In pratica alienazioni a guadagno zero per le esangui casse del Comune.