La Soprintendenza ai Beni archeologici mette un primo punto fermo sui resti monumentali affiorati nei giorni scorsi nell’area del distributore Agip, in via Roma a Terracina. Al di là della statua di Diana, di una bellezza rara, risalente al I-II secolo dopo Cristo e che ha emozionato una città intera, è la scoperta di una vasta area termale «in eccellente stato di conservazione» e lastricata di «pregevoli marmi policromi provenienti da diverse regioni dell’Impero» a far dire agli esperti che siamo di fronte a un fatto grosso. La Soprintendenza parla apertamente di «importanti resti monumentali» e aggiunge: «Con la continuazione dei lavori si spera di poter arrivare a definire le dimensioni e l’organizzazione funzionale sia dell’impianto termale sia dell’assetto di questo quartiere di “Terracina bassa” nella quale la struttura era inserito». Gli scavi, seguiti dalla soprintendente Nicoletta Cassieri e l’archeologo Pier Carlo Innico per lo spostamento di un impianto dell’Agip, proseguiranno, quindi, poiché è affiorato un pezzo importante della città romana bassa. Le “Terme di via Roma”, erano composte di diverse sale. La statua della dea Diana cacciatrice probabilmente si trovava in una nicchia dell’ambiente termale. Tutto è segno della bellezza e del benessere di una città che in epoca imperiale, soprattutto i «pregevoli marmi policromi» provenienti «da diverse regioni dell’Impero», se la passava bene. «Il ritrovamento - conclude la nota - oltre a restituire un importante tassello per la conoscenza storica e topografica locale, offre spunti interessanti sul tema della tutela dello straordinario sottosuolo archeologico di Terracina». Tutto fa pensare che non ci si fermerà qui.