Le critiche del candidato sindaco del Pd Alessandro Di Tommaso alla gestione dei servizi sociali negli ultimi anni a Terracina non è piaciuta a Roberta Tintari, che il terzo settore in città lo ha guidato come assessore nella giunta Procaccini fino alla sfiducia del 6 maggio scorso. La sua replica non si è fatta attendere e ripercorre le tribolate vicende di un settore, quello del sociale, che negli anni ne ha vissute di tutti i colori. «Appartengo alla storia delle cooperative sociali – scrive Tintari - e ricordo bene la sofferenza, tanto negli operatori quanto negli utenti, provocata dall’improvvisa cancellazione delle stesse dal piano operativo del Comune di Terracina nell’era Nardi. Purtroppo ricordo bene anche la sofferenza dovuta alla cronica mancanza di liquidità che caratterizzava l’amministrazione del partito della sinistra. Non fu per nulla facile mandare avanti i servizi sociali con operatori che venivano pagati una volta l’anno. Quando venivano pagati. Molte di quelle cooperative fallirono trascinandosi appresso drammi personali di cui non mi va neanche di rivangare, tanto è il dolore che ancora mi provoca. Ciò nonostante, ho lavorato da assessore con l’Azienda Speciale senza lasciarmi condizionare dal dolore di allora. E sono molto soddisfatta di ciò che è stato fatto, della realtà che è diventata l’Azienda anche grazie alla sua direttrice». Tintari evidenzia anche il lavoro svolto per cercare di risollevare i servizi sociali, pur tra molte difficoltà. «Abbiamo recuperato le somme dal 2003 al 2013 originariamente destinate al nostro Comune (un milione e duecentomila euro spesso riversati proprio alle cooperative sociali). È partita l’assistenza domiciliare distrettuale per gli over 65, ed era in partenza anche quella comunale. Il tutto sempre grazie alla collaborazione con l’Azienda Speciale a cui il nostro Comune trasferisce ogni anno 1 milione  e 400mila euro, contrariamente a quanto affermato da Di Tommaso».

Secondo l’ex assessore, però, il progetto è stato interrotto sul più bello e cioè quando Terracina si apprestava a diventare di nuovo Comune capofila del distretto socio sanitario, ottenendolo di nuovo da Fondi. «Abbiamo lavorato tanto per questo. Ed eravamo a pochi giorni dalla votazione decisiva quando i consiglieri terracinesi del Pd, insieme ad altri loro colleghi, hanno decretato il 6 maggio scorso lo scioglimento del Comune, servendo così su un piatto d’argento al Comune di Fondi il rinnovo della sua guida del distretto. A questa politica che sacrifica la propria città per un interesse di partito, non saprò mai abituarmi, non saprò mai arrendermi».