«Dallo sviluppo delle indagini, si ricostruiva la âradicalizzazione religiosaâ di Saber Hmidi, iniziata durante la prima detenzione nel carcere di Velletri nel 2011».
Con queste parole, la polizia di Stato - in veste della Digos della Questura di Roma -, unitamente al Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria e su coordinamento del Pool Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma, ha evidenziato come il percorso di avvicinamento allâorganizzazione terroristica âAnsar al-Shariaâ del cittadino tunisino Saber Hmidi, di 34 anni, destinatario di unâordinanza di custodia cautelare in carcere notificata ieri mattina a Rebibbia, sia iniziato proprio nelle celle del carcere di Contrada Lazzaria, dove quasi sei anni fa era detenuto per una storia legata al mondo della droga.
Lâuomo, infatti, seppure detenuto per altri tipi di reati, risulta indagato poiché âpartecipava allâorganizzazione terroristica Ansar al-Sharia (i seguaci della legge divina di Allah, definito dal governo tunisino, dalle Nazioni Unite, dagli Stati Uniti dâAmerica, dagli Emirati Arabi e dal Regno Unito come gruppo terroristico jihadista attivo in Tunisia dal 2011) da intendersi affiliata e, di fatto, ricompresa in quella denominata Isisâ.
Nello specifico, i poliziotti si sono accorti del suo possibile intento jihadista e della sua attività di reclutamento nelle carceri del Lazio e della Campania di combattenti da inviare - una volta scarcerati - in Libia o in Siria, dopo una perquisizione messa a punto nella sua casa a novembre 2014, dopo che lâuomo fuggì da un posto di controllo a Roma, non prima di aver puntato una pistola verso gli agenti della Volante.
In tale frangente, i poliziotti - tra le varie cose - hanno sequestrato anche una bandiera nera dellâorganizzazione terroristica, avviando quindi indagini maggiormente specifiche circa la sua attività poco chiara.
«Dallâistituto di pena di Velletri - hanno chiarito gli inquirenti -, ove era ristretto per violazione della legge sugli stupefacenti, era uscito profondamente cambiato, iniziando a praticare lâIslam con assiduità nelle moschee della città ».
E proprio in questo periodo, Saber Hmidi sarebbe entrato in contatto con i fratelli tunisini della âShari-aâ, entrando in possesso della bandiera del gruppo terroristico del tutto simile a quelle del califfato dellâIsis.
«Il Nucleo investigativo della Penitenziaria - proseguono dalla polizia - ha raccolto e analizzato importanti elementi investigativi che hanno dimostrato non solo la pericolosità di Hmidi ma anche riscontrato, nei diversi istituti penitenziari in cui è stato ristretto, la sua particolare capacità di indottrinamento dei compagni di detenzione».
A suffragio di tale tesi, vengono citati episodi avvenuti a Civitavecchia, a Frosinone, a Napoli, a Salerno e a Viterbo, tutti luoghi dove lâuomo ha creato diversi problemi, coinvolgendo alcuni compagni nelle azioni turbative della tranquillità degli istituti di pena.