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La manifestazione

Comunità indiana in piazza per Satnam. Le testimonianze dei braccianti

Piazza della Libertà gremita per la manifestazione organizzata da Cisl e Uil. Le parole dei braccianti sull'incidente di Satnam

Un lungo corteo che si è snodato da via Romagnoli fino a piazza della Libertà. Cisl, Uil e comunità indiana del Lazio hanno scelto di attraversare le strade principali della città di Latina per la manifestazione in ricordo di Satnam Singh, il 31enne indiano morto in seguito a un incidente sul lavoro in cui aveva perso un braccio. In quella occasione, il datore di lavoro, Antonello Lovato, invece di chiamare i soccorsi lo ha caricato su un furgone portandolo davanti casa e scaricandolo lì. Nel pomeriggio odierno oltre 2000 persone hanno preso parte alla manifestazione dei sindacati. In piazza della Libertà, oltre ai segretari provinciali Roberto Cecere (Cisl) Luigi Garullo (Uil) e Giorgio Carra (Uila) erano presenti il sindaco di Latina Matilde Celentano, il presidente della provincia Gerardo Stefanelli, il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, il consigliere regionale Enrico Tiero. 

Le testimonianze dei braccianti

“Stavo cambiando la plastica della serra quando un pezzo di plastica mi è finita in un occhio ferendomi la cornea. Ho chiesto al mio capo di aiutarmi e portarmi in ospedale. Lui mi ha risposto: 'Non è colpa mia, vai da solo in ospedale". E’ l’agghiacciante racconto di Parambir Singh, bracciante agricolo di origine indiana che lo scorso settembre si è ferito in maniera grave ad un occhio. Oggi era a Latina per partecipare alla protesta organizzata dalla comunità indiana in memoria di Satnam Singh, il bracciante morto dopo essere stato abbandonato fuori casa a seguito di un incidente sul lavoro in cui ha perso un braccio e per dire basta al caporalato. Parambir ne ha approfittato per raccontare anche la sua, di storia. “Ho aspettato l’autobus per 2 ore e sono andato all’ospedale di Fondi. Lì mi hanno detto che la situazione era seria e che dovevo andare a Terracina. Ho chiesto una ambulanza ma mi hanno risposto che erano tutte occupate: ho dovuto aspettare altre ore l’autobus. Poi ho aspettato al pronto soccorso di Latina. La sera i dottori mi hanno detto che dovevo subire un’operazione e che dovevo andare all’ospedale di Latina. Ho perso le speranze. Il giorno dopo mi hanno operato”.

Un altro testimone ha invece raccontato quanto accaduto durante l'incidente di Satnam, in quanto lui era presente. E spiega come il datore di lavoro avesse detto: "Qui i soccorsi non possono venire".

Il discorso del sindaco Matilde Celentano

"Saluto le comunità indiane presenti a questa grande manifestazione contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura che ho voluto fortemente sostenere, insieme agli assessori, ai consiglieri comunali, e ai numerosissimi cittadini presenti in questa piazza.
Ringrazio il presidente della Provincia, i sindaci del territorio e le loro amministrazioni comunali, che partecipano con convinzione e determinazione. Così come ringrazio le organizzazioni sindacali, in particolare la Fai-Cisl e la UilA, che hanno aderito a questa mobilitazione, al fianco della Comunità indiana del Lazio.

La morte di Satnam Singh ha profondamente toccato tutta la nostra comunità, perché sono stati lesi i diritti umani con azioni di crudeltà e violate le norme sulla sicurezza del lavoro. Il caporalato è una forma di schiavitù che non fa parte della nostra cultura, che non appartiene alla nostra città e alla nostra nazione. Intendiamo in ogni modo possibile impedire che domani ci sia un altro Satnam. Ma anche un’altra giovane donna come Soni, stravolta dal dolore e dalle atrocità subite dal marito.

Non dimenticherò mai il suo sguardo perso nel vuoto. Una tragedia quella che l’ha colpita che non può lasciarci indifferenti. Una giovane donna privata del suo affetto più caro, lontana dalla famiglia. Per questo mi sono subito interessata affinché nell’immediatezza fosse seguita dai servizi sociali, richiedendo anche alla Asl un sostegno psicologico.

Soni mi ha espresso il desiderio di volere i genitori al suo fianco in questo momento così doloroso e con lei ho preso un impegno, ovvero che mi sarei attivata personalmente per far venire qui dall’India la madre e il padre. Per questa ragione, ieri mattina, ho preso contatti con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e con la Farnesina per verificare se ci fossero le condizioni per favorire l’ingresso in Italia dei genitori della ragazza. E’ arrivata la buona notizia: la Farnesina si è attivata per il rilascio dei visti per la madre e la sorella di Soni per le quali è previsto un incontro nella sede diplomatica di New Delhi per organizzare il viaggio.

Allo stesso tempo mi sono interessata affinché la giovane donna avesse nel nostro Paese una tutela legale, necessaria perché nessuno possa approfittarsi della sua fragilità, in questo momento particolare. Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Latina, l’avvocato Giovanni Lauretti, da me contattato, si è reso disponibile a fornirle l’assistenza legale di cui necessita.

Per quanto riguarda il lutto cittadino preannunciato: confermo che ci sarà. Siamo in attesa di capire quali saranno le modalità con cui si svolgerà il rito funebre e le relative tempistiche per intervenire con un’apposita ordinanza che interpreterà il sentimento dell’intera città.

La morte di Satnam ha toccato tutti noi e quello che possiamo e dobbiamo fare perché tutto ciò non accada mai più è un lavoro di squadra che non deve avere un colore politico. Il Comune di Latina ha dato un buon esempio, approvando all’unanimità un ordine del giorno finalizzato a promuovere la costituzione di parte civile nel futuro processo contro l’imprenditore attualmente indagato. Ci riserveremo, qualora sussistano i presupposti, di costituirci parte civile – come Comune – anche in altri procedimenti giudiziari per caporalato.

Contro il caporalato e anche contro le morti sul lavoro – in questa provincia in una settimana ci sono state tre vittime - serve una rete istituzionale, una sinergia tra associazioni e sindacati. Soltanto così possiamo abbattere il muro dell’illegalità, che non rappresenta tutte le aziende ma che alimenta un’economia malata e che trova terreno fertile nella disperazione di chi viene da lontano e che finisce preda dello sfruttamento.

Oggi siamo tutti qui, per fare proposte e per ascoltare. La mobilitazione contro il caporalato e per la sicurezza sul lavoro deve seguire il principio della partecipazione, a riprova che non servono gli steccati politici. Mi rivolgo anche alle organizzazioni sindacali che da anni assistono i lavoratori immigrati: la nostra porta è sempre aperta. Sconfiggere il caporalato è una guerra di civiltà. E le guerre di civiltà si vincono tutti uniti, perché nessuno può farcela da solo".

La polemica di USB

Nemmeno il tempo di iniziare la manifestazione in piazza della Libertà, che i rappresentanti del sindacato USB hanno abbandonato polemicamente l'iniziativa. "Avevamo aderito richiamati dalla comunità indiana. Ma stiamo ascoltando parole non consone da parte dei segretari dei sindacati, tra l'altro asserviti a logiche padronali. Per questo ce ne andiamo" ha dichiarato un loro portavoce. 

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